lunedì 30 maggio 2011

giovedì 26 maggio 2011

A scelta!

In quest'ultimo periodo le mie amiche, per svariati motivi, sono un po' inquete e insoddisfatte. Spesso mi capita quindi di starle ad ascoltare o consolarle.
So molto bene che la cosa meno gradita da una persona un po' giù di tono è sentirsi dire: "Ma di cosa ti lamenti tu... pensa a ME che..." *problemi a caso espulsi a mò di geiser* a cui di solito l'unica risposta possibile è un bel MA VAI A CAGARE!
Insomma, cerco di evitare. Poi però si finisce a confessarsi tutte e allora anch'io tiro fuori le mie turbe.
Peccato che, in quel momento cali il silenzio, interrotto solo da qualche timido "Eh beh... effettivamente... povera Carotina..."

Ho amiche estremamente buone e comprensive... o sto passando un periodo di merda... A scelta :)

lunedì 23 maggio 2011

Deliri e spritz

Verso mezzogiorno, sorseggiando il nostro spritz, io e 075 pensiamo a cosa fare il prossimo fine settimana:

075: Ehi, se vuoi domenica un mio amico organizza un pic-nic a Colico, vieni?

Carota: Certo! Io ADORO i pic-nic ALCOLICI!

075: -_________-
       A COLICO, COLICO!!

Houston... abbiamo un problema?!

domenica 22 maggio 2011

50 giorni insieme

Oggi ho voluto farmi male.
Oppure no.
Diciamo che, sotto consiglio di un mio compagno, detto "Il figaccio" (anche se secondo me assomiglia a Marty Feldman...), hmi son messa a guardare 500 giorni insieme.
E ho iniziato a farmi delle domande.
Non che il film sia brutto, assolutamente. Ben fatto, interessante, coinvolgente. Purtroppo però esistono momenti per guardare un film e altri in cui forse sarebbe meglio farsi una passeggiata, perchè altrimenti si finisce a pensarci troppo su.
Detto questo, l'avete visto? Se si, scrollate, se no leggete la parte in rosa.

Il narratore è eloquente: è la storia di un lui e una lei. Non è una storia d'amore. Tom e Summer si incontrano, si piacciono, decidono di frequentarsi. Uno dei due, visibilmente preso, inizia a farsi delle domande sul rapporto che sta nascendo, mentre l'altro la vive più "serenamente", senza voler dare alcuna etichetta ma ostinandosi ad affermare che NON SONO FIDANZATI. Dopo 290 giorni, la storia finisce. E non gridate allo spoiler perchè non è affatto così. Lo si capisce dall'inizio.


Ripeto, il film è davvero carino, piacevole, interessante da tutti i punti di vista. Però se mi facevo una passeggiata o continuavo a leggere la "Guida galattica per gli autostoppisti" (studiare no? naaah) era meglio.
E' da un po' infatti che ci penso:

Un bel giorno, il soggetto A e il soggetto B si conoscono. Il soggetto B (e questo è da specificare), più giovane del soggetto A, scruta quest ultimo e decide che farcisi un giro non sarebbe un'idea malvagia. Ogni occasione diventa perfetta per parlarci, anche la domenica mattina, presto, in chat. Iniziano a chiacchierare verso le dieci e si salutano solo all'ora di pranzo. Poi il soggetto B, forzando un po' gli eventi e, diciamolo, insistendo un po', invita l'altro a bere un caffè. Un caffè lungo due ore, fitte di chiacchiere e racconti. Poi, prendendo il coraggio a due mani B chiede ad A di uscire e ci scappa un mezzo bacio, sventato da A perchè, visto che si parlava di una birretta, arriverà a suo tempo, forse.
E quel bacio arriva, non prima delle solite chiacchiere, racconti e complimenti. 
I giorni passano. A e B continuano ad uscire insieme: vanno al cinema, passeggiano per musei, trascorrono interminabili pomeriggi al parco loro due da soli. Tuttavia, oltre a vedersi in queste occasioni, A e B s'incontrano tutti i giorni a lavoro/università dove i due riescono sempre a ritagliarsi una mezzìoretta da passare insieme. Però le cose cambiano un po': se parchi e musei vedono A e B sempre abbracciati, affettuosi l'uno con l'altra e ansiosi di sentirsi non appena tornati a casa, la presenza di colleghi/compagni rende B molto diverso. E' freddo, all'inizio sembra quasi che eviti accuratamente A e, anche durante quella mezz'oretta di intimità, continua a guardarsi in giro quasi preoccupato di non essere visto. Come se si vergognasse. All'inizio A pensa che sia normale. Non ha voglia di esporsi in questo modo. Col passare dei giorni però la cosa è più o meno palese a tutti, i quali tra l'altro apprezzano, tirano pacche sulle spalle e sembrano contenti della cosa. 
Ma, anche dopo un paio di settimane, nulla cambia: A e B continuano ad uscire insieme, parlano tanto, scorpono di stare davvero bene l'un con l'altro e, una volta distanti, si sentono spesso e continuano a scriversi cose tanto dolciose quanto probabilmente irritanti. Tra i due è B il vero poeta: trova che poter uscire con A sia un onore e lo definisce raggiante anche dopo una giornata da schifo, trascorsa in uno studio televisivo, coi fari puntati in faccia. Ora che c'è qualcosa di più, dice B, anche la routine sembra così bella.
Peccato che, una volta immersi nella routine, continuino a nascondersi come struzzi. O meglio, è B a farlo. Ma essendo tutti quanti ben al corrente della buona novella, iniziano a fare delle domande o a rivolgersi ai due come ad una coppia.
"Ma noi due NON SIAMO una coppia" tende sempre a precisare B, a gran voce.
 A non ama particolarmente questi atteggiamenti ma, non volendo dare un'etichetta alla cosa, preferisce viversela come viene, 
Inoltre, visto che fuori da quel postaccio immondo, senza colleghi tra i piedi (quindi non sempre soli, A e B continuano a vedersi e non crearsi il minimo problema davanti ad amici e conoscenti) tutto procede rosa e fiori, i due decidono di andare un po' oltre. Eddai che avete capito!
E niente sembra cambiare: A e B vanno avanti con le loro smielosità, cosacce, consigli e chiacchiere, addirittura davanti a qualche eletto collega. (magari le cosacce... quelle no dai!)
Per un po'.
Poi tutto cambia lentamente. I due si vedono sempre più di rado e sempre circondati da una folla esagerata di gente, il che raffredda nuovamente B e rende irritabile A, che inizia a lamentarsi della situazione. E non solo, nel senso che anche gli amici avanzano timide domande ad A, chiedendosi il perchè degli atteggiamenti dell'altro, ormai freddo come un tempo.
Finchè un giorno, al culmine della confusione e probabilmente anche della rabbia, A si sfoga.
 - Ma tu vorresti una storia seria? - domanda B
 - Come faccio a dirlo adesso? Sicuramente però, per come l'abbiamo vissuta, non mi dirai che son due botte e via...
 - No beh ovvio, però ora non voglio una storia, anzi, forse sarebbe meglio rallentare un po' le cose.

Ed ecco come si conclude la storia di A e di B, Non son stati 500 giorni, nemmeno 290. Facciamo 50. E facciamo anche che avete intuito di chi si parla, o meglio, avete capito benissimo chi è A, perchè di B non vi ho mai parlato. Se ve lo state chiedendo, B in questo caso è uomo. Fosse stata una donna, l'avrei compresa visto che certe cose al di fuori dell'IKEA non vengono accettate... Non ho specificato il gender semplicemente perchè A e B potrebbero tranquillamente essere uomo e donna e viceversa.
Ma ora passiamo a quel paio di domandine di cui sopra:
Perchè spararla così in alto, esagerando coi complimenti, rischiando addirittura di essere stucchevoli?
Perchè non viversi davvero le cose come vengono, senza dare etichette, nè in un senso, nè nell'altro? A volte le parole sono quanto di più inutile esista, è tutta questione di atteggiamento!
E poi allora, che cosa cazzo significa "rallentare un po' le cose? Perchè francamente io, anche dopo un po', non l'ho ancora capito.
Sarà forse una paraculata per non ammettere la realtà dei fatti?
E se così fosse, perchè non chiarirlo da subito? Mettiamo una situazione tipo:

Un bel giorno, il soggetto A e il soggetto B si conoscono. Il soggetto B (e questo è da specificare), più giovane del soggetto A, scruta quest ultimo e decide che farcisi un giro non sarebbe un'idea malvagia. Così, senza tanti preamboli, alla prima occasione infila la lingua in gola al soggetto A e i due finiscono a scosacciare selvaggiamente. Niente messaggi, niente complimenti, niente di niente. Amici come prima e se ricapita tanto meglio, altrimenti pace!

Non sarebbe stato molto più semplice?

giovedì 19 maggio 2011

Ricchi premi e cotillons ovvero: Eccentric Confused Cool Blog

Eccomi di ritorno dopo due giorni di vagabondaggi, lauree e lezioni. Accendo il pc, do un occhio al blog e cosa trovo?
*-*


Yeppiiiiiiiiiiiiiii! Eccomi alle prese con il mio primo, primissimo premio da quando sono su blogspot!
E che premio!
Davvero grazie, grazie, grazie a Eva Q. per avermelo donato!
Ok, passiamo alla parte pratica (e divertente!)

  1. Andate su Wikipedia e selezionate "Una voce a caso". Non importa cosa compare, quella sarà la voce del vostro premio. 
  2. Leggete la pagina (non necessariamente da cima a fondo) che vi è capitata sotto mano e così, banalmente, copiate le informazioni nel post che creerete per il premio. Il post dovrà contenere insomma una sorta di "Lo sapevate che...?" della pagina che a caso avete trovato su wikipedia. Non barate, non vale cliccare due volte sul link. 
  3. Al fondo del post spremete le meningi e cercate di ricordare se con quella pagina avete qualcosa a che fare. Aneddoti, ricordi, storie, fantasie, curiosità, qualsiasi cosa.
  4. Girate il premio a 5 dei vostri blog preferiti. E' concesso uno scarto di +/- 1 blog. (ovvero minimo 4 massimo 6, ma meglio 5.
Lo sapevate che... 
Karakorum (lingua mongola Каракорум) o Qara Qorum (anche K'a-la-k'un-lun, Khara-khorin, Kharakhorum, Khara Khorum in mongolo classico col significato di montagne nere) è un'antica città della Mongolia situata nella parte più occidentale della provincia del Ôvôrhangaj.
Fondata nel 1235 da Ögödei Khan, Karakorum rivestì il ruolo di capitale dell'impero mongolo per trent'anni fino al 1264 quando Kublai Khan trasferì la sede dell'impero a Pechino. Con la caduta della dinastia Yuan divenne di nuovo una capitale mongola nel 1368, ma venne distrutta dai Ming vent'anni dopo.
Le sue rovine sono situate nelle vicinanze della città mongola di Harhorin e del monastero di Erdene Zuu, e sono incluse nel paesaggio culturale della Valle dell'Orhon, un'area di rilevanza geografica e archeologica facente parte, dal 2004, dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.


Ma forse non sapevate anche che...
Appena ho cliccato sul link di wikipedia, per poco non rotolo a terra dal ridere! Non ho nemmeno bisogno di spremermi le mening!
Dovete infatti sapere che Karakorum non solo è il nome di una città mongola, ma anche di una via Fantasma nella città di Milano dove, casualmente, è stato costruito il mio (oggi ex) polo universitario.
Mi spiego: la statale di Milano è dislocata in vari punti della città: le facoltà scientifiche si trovano nei pressi di Piola, le lezioni di medicina si svolgono in vari ospedali cittadini, scienze politiche è dietro San Babila e lettere e filosofia in Festa del Perdono (Fidipi for friends). Ma visto che Fidipi è un luogo troppo dispersivo, hanno pensato bene di creare un nuovo polo per gli tudenti di Beni Culturali. E quale posto migliore, ricco di arte e cultura, se non la fine di via Ripamonti, più precisamente via Noto? Appunto. 
Il paradiso di gru e cantieri. 
Ma cosa c'entrail Karakorum con tutta questa manfrina? Ecco, in effetti il punto esatto dove sorge il triste cubo grigio, conosciuto ai più come appunto via Noto, è in realtà via Karakorum. Ma solo pochi assidui frequentatori lo sanno, anche perchè questa via non la troverete nè sul tuttocittà nè tantomeno su googlemaps. Tuttavia l'ubicazione è significativa. I primi giorni di lezione parecchi studenti si chiedono come mai le aule, così, si chiamino K01, K02... K33... K sta per Karakorum. Ma lo scopri solo dopo un po' che ci vai. 
Insomma, per cinque lunghi anni, questa fantomatica via Karakorum è stata teatro di gioie, sconforti, esultazioni dopo gli esami, amicizie e conoscienze, amori e bisticci, nonchè un nido caldo dove andarmi a rifugiare e un posto confortevole dove asciugare le calze dopo una maratona nella neve!
Ma già ve ne parlai...


Ora è giunto il momento di premiare i miei cinque favoriti. Mumble mumble... 
The winners are
 - Il ruggito del pulcino
 - La difficile convivenza con la mia mente
 - In lungo e largo
 - Pochi cazzi
 - L'apprendista libraio


Bene amici, tornerò sui miei fastidiosi libri di montaggio...
Adesso però è il vostro turno!


PS: dalla regia dicono che il Karakorum sia anche una catena montuosa, sempre mongola... beh si, però a me è uscita quell'altra voce... colpa del random!

domenica 15 maggio 2011

Contest Fotografici

Care ostrichette è tempo ormai di chiacchierar.
Di cappellini di chiffon, di cavoli e di re...
e di Contest fotografici! 


La Carota è oggi lieta di presentarvi *rullo di tamburi e squillo di trombe* un blog nato per gioco, una sfida tra due amiche che hanno deciso di diffondere la competizione a chiunque abbia voglia di mettersi alla prova con la fotografia.
Chi può partecipare? 
Tutti voi, con qualsiasi mezzo vogliate, purchè in grado di fotografare. Anche un cellulare, va!
Come?
Inviando le fotografie a inviacilatuafoto@gmail.com

Una volta al mese (e speriamo di rimanere costanti) verrà proposto un tema, più o meno specifico a seconda del momento e dell'ispirazione. Quando il tempo per inviare le foto scadrà, verrà pubblicato un sondaggio.
In effetti ancora non è chiaro COSA andrà in premio al vincitore... la gloria? Per adesso temo di si, ma le idee non tarderanno. 
Dunque abbiamo bisogno di voi e vi attendiamo numerosi!


http://contestfoto.blogspot.com/

;)

Berlino, deh

Fresca di feste celtiche e scottata dal sole biellese, la Carotina è pronta a rifare i bagagli e partire di nuovo. Stavolta però è fuggita più lontana e vi è rimasta più a lungo. Non quanto avrebbe voluto, ma fin troppo per riflettere ed arrivare a conclusioni che avrebbe preferito non arrivassero mai.
Ma di questo parleremo più in là.
Ora è tempo di raccontare per bene i quattro giorni passati!

Berlino è decisamente una città punk!
Se Londra è una folk di classe, Berlino a confronto è rozza, fredda, ma colorata, vivibile, alla mano. Una città che a prima vista spaventa e rattristisce, colma di palazzoni alti e spogli, grigi e marroni. Ma vissuta un po' più a fondo si rivela un luogo amichevole, divertente, a misura d'uomo.
Tre giorni scarsi son fin troppi per capire quanto noi milanesi siamo indietro. Berlino è immensa ma, fornita di una fitta rete di mezzi, in poco meno di un'ora l'attraversi da parte a parte. Non ci sono tornelli nè barriere in metrò, ma sai che il biglietto lo hanno tutti. I controllori gironzolano in borghese, dicono... io non li ho mai visti, ma pagare sei euro di giornaliero è un piacere se sai che viaggi su poltrone morbide e pulite, con la certezza di arrivare a casa sano e salvo, nonostante i tuoi compagni di viaggio siano individui di dubbio gusto, muniti di bottiglia di birra. E di biglietto, ovvio!

A Berlino non hai mai fame... o meglio... ogni scusa è buona per essere affamati: non percorrerai mai una via senza incontrare un baracchino di currywurst, un take away, un fast food. E scendendo in metrò non mancherà il baracchino di frutta fresca, quello dei noodles, la bancarella dei pretzel. Torni che sei quadrato, provi ribrezzo al solo sentire odore di patatine fritte e passeranno settimane prima di sentire la voglia di kebab.
Che poi noi, è con kebab e cheeseburger che abbiamo aperto le danze. Erano le dieci del mattino. Ancor prima di mettere piede in ostello scorgiamo un'insegna appetitosa e, senza pensarci troppo su, ci buttiamo dentro. Avevo talmente fame, che di panini ne avrei mangiati due... ma era pur sempre il primo giorno...
Ieri ho scritto un sms alla mamma "Senti, per favore, almeno fino a nuovo ordine NIENTE PATATINE. NON LE VOGLIO PIU' VEDERE. NEMMENO DISEGNATE"

Berlino è immensa...
Se hai tre giorni e tanto da vivere e vedere, a malincuore devi scegliere. Siamo partiti in otto, abbastanza saggi da archiviare la filosofia del "le cose le si fa tutti insieme" ma non quella del "La notte è ancora cciovane". 
Non potevo esimermi dal visitare l'East Side Gallery, ho trascinato tutti a Potsdamer Platz, non di sera purtroppo, ma di giorno è ugualmente bella, però lo Jüdisches Museum è stato archiviato. L'idea iniziale era di girare a piedi, dare un occhio all'isola dei musei e poi diretta a Mauerpark, insieme alla mia fida compagna di sventure. Ovviamente così non è stato. Perchè se la città è gigante e la tua cartina minuscola, tutto ciò ti disorienta. Effettivamente le indicazioni non facevano una piega ma, addentrateci in un parco, dopo aver deciso di dar tregua alle stanche membra per qualche minuto, archiviamo la proposta. Quello non era il giardino dell'isola, ma il cortile del reparto geriatrico di un ospedale sconosciuto. Gara di carrozzelle? Più tardi, adesso vediamo di raccapezzarci. 
Ed eccoci finalmente alla Alte Nationalgalerie. Non volevo chiudermi in un museo, ma Canova, Rodin, Friederick, Von Stuck valevano almeno cinque euro del biglietto. Gli altri cinque ce li ha messi Franz Kruger, con la sua meravigliosa Parata all'OpernPlatz, i mille dettagli minuziosi, il mio quarto d'ora di ascolto con l'audioguida. 

So che non ho fatto il mio dovere di turista diligente, ma la sfida Tacheles vs Garten der Welt è finita 1 a 0 per i giardini. 
Ubicati in un limbo a metà tra Cesano Boscone e PleasentVille...
Dopo chilometri a piedi tra palazzoni e villettine curate, con la staccionata e il ragazzino in bici che consegna la posta, io e la mia fida compagna di sventure abbiamo raggiunto il paradiso. Tante piccole ricostruzioni di giardini orientali circondate da stradine ben curate e l'erbetta all'inglese. E noi che speravamo di svaccarci sul prato! Illuse. Anche fumare una sigaretta sedute su una panchina provoca i sensi di colpa... Ho provato almeno più volte a scrivere due parole in più ma senza risultati. Garten der Welt dev'essere visto per capire la serenità che infonde.  

Se già è complicato scegliere cosa vedere di giorno, ancora di più lo è per la notte.
Prima di tutto: si vive di notte o di giorno? No! Non si può scegliere. Non a Berlino almeno. Nemmeno una narcolettica come me. 
Quando ricapita di camminare per le strade costeggiando tante case occupate da giovani festaioli? Che poi l'idea di imbucarci ad una festa, a me è anche venuta in mente. Ma la prima sera in effetti ero un po' stanca. E il giorno dopo abbiamo optato per una serata drum'n bass, sala piccola, musica meravigliosa, tanto spazio per ballare e chiupiti economici. Bilancio di ubriachi molesti allontanati con scortesia: zero! Il tutto conclusosi alle quattro con ritorno in tazi, senza sperperare troppo. 
Qui da noi è fantascienza!

Raccontare tutto, ma proprio tutto è impossibile. Troppe cose in poco tempo e soprattutto, all'alba delle undici e mezza la Carota, reduce da un after in compagnia dell'uomo fonico (quello dei mattoni...), oggi uomo con la bombetta, raggiunge le trentasei ore di veglia, che hanno visto nell'ordine:
 - pranzo al KFC
 - passeggiata a Garten der Welt
 - cena con noodles e cheeseburger a mezzanotte, alla faccia del cibo sano
 - brindisi con tequila sale limone per il compleanno della Carota (meglio tardi che mai)
 - ebbrezza riflessiva e confidenze spinte
 - proposta di matrimonio da parte di un londinese, tale David
 - volo per milano
 - varie ed eventuali poco interessanti perchè accadute in quel di Milano

Ma prima di collassare definitivamente tra le lenzuola, la perlina di ieri va raccontata!
La Carota e fida compagna di sventure, di rotorno dai giardini, prendono l'ascensore. Con loro, due corpulente sconosciute. 
 - Mmh... quell'imbarazzo che aleggia in ascensore... - dice la Carota.
Poco dopo, in cerca di cibo, le due salgono di nuovo sull'ascensore che, fermatosi qualche piano più giù, fa salire due giovani ingelsi. Silenzio imbarazzante...
- How embarassing being on the elevator with people you don't konw  - dice uno di loro 
- Uh... si diceva poco fa - ricorda la compagna di sventure.
Sempre lo stesso inglese all'amico:
 - I think she just called you gay!
 - No!
Carota e Compagna scoppiano a ridere come due idiote, seguite dagli inglesi.
Aah! Essere italiane significa poter dire tutto, ma proprio tutto, in piena libertà.
Essere inglesi NO!

domenica 8 maggio 2011

Di Beltane e carote bollite

Venerdì mattina, valutando la situescion, ho deciso che, prospettandosi un week end abbastanza deprimente, forse non era il caso di star lì a contare le monetine, smetterla di pensarci troppo su e confermare dunque la mia presenza per il fine settimana.
Quando ho bisogno di staccare un attimo e (lo so, non è maturo ma a volte aiuta) lasciarmi indietro pensieri troppo tristi e spenti, non c'è niente di meglio che una bella festa celtica! Anzi, non è che le cose stiano proprio così, solo ogni volta che ne organizzano una, io nel mentre organizzo lo scatafascio della mia vita. Quindi comunque la si voglia mettere, le due cose coincidono e io vedo bene di rilassarmi e non pensarci troppo su.
La prima volta toccò a Nubilaria, mentre ero in lite con la mia ipocondria cronica, per poi scoprirmi in lite con mia madre... stavolta invece è toccato a Beltane e ai miei cinici conflitti.
Che fare? Rimanere a casa a deprimersi per poi decidere di dare una svolta alla propria vita, magari mandare all'aria l'armadio, lanciare peluches e vestiti sul pavimento, tagliarsi la frangetta e tingersi i capelli, il tutto accompagnato da "American Girl", o unirsi all'allegra compagnia, prospettando due giorni di festa nel bosco, ricostruzioni storiche, fuochi, folk irlandese, musica magia e idromele? (le ultime tre erano scritte all'ingresso...)?

Trattandosi di una domanda retorica, passiamo oltre. 
Cos'è Beltane?
Beltane, o Beltaine è un'antica festività gaelica coincidente con il giorno a metà tra equinozio di primavera e solstizio d'estate, nonchè il nome irlandese del mese di maggio e primo giorno di primavera in Irlanda. Per le popolazioni celtiche Beltane segnava il tempo della fine dell’inverno e l’inizio della metà luminosa dell’anno, ed era la grande festività dedicata ai riti di fertilità e alla propiziazione dei futuri raccolti.
Oggi Beltane è una festa che vede riuniti membri di clan storici, appassionati più o meno inseriti nell'ambito, metallari, famigliuole e gente d'ogni sorta, accampata in una grandissima valle circondata da alberi. Durante il giorno vengono organizzati combattimenti, matrimoni (senza alcun valore legale, ma ugualmente affascinanti, essendo celebrati in costume e sotto le fronde degli alberi), workshop per i bambini. Di sera concerti, balli, accensione di fuochi sacri. Di notte sconosciuti che diventano immediatamente amici inseparabili, gente che urla a caso e molto altro ancora!
In pillole: una meraviglia.
Se non fosse per un piccolo particolare: sarà che è la festa della primavera (notoriamente a metà tra l'inverno e l'estate), sarà che tutte queste cose meravigliose avvengono in una vallata situata ad altitudine notevole, fatto sta che l'escursione termica tra giorno e notte è talmente elevata da far passare davvero quattro stagioni in un giorno solo. Se col sole ci sono 30 gradi, non appena questo cala, inizia l'ibernazione.
 - Portate tanti bei maglioni pesanti!
Fu il consiglio di un'amica esperta.
 - Ma si, mi porto quei due che metto d'inverno. Ma col giacchino di pelle suvvia. E' pur sempre maggio...
Appunto. Ore 2, reduce dal pogo e da una mezz'ora attorno al fuoco, di maglioni ne avevo 3. Raccattati in giro grazie a gente più avveduta.  
Ma è stato ugualmente bello.
Bello il paesaggio, bello il labirinto riflessivo, vero che io mi aspettavo una costruzione gigantesca, mentre si è rivelato un labirintino disegnato coi sassi, ma le risposte che volevo me le ha fornite tutte. Belle le bancarelle e meravigliosa la mia nuova coroncina di fiocchetti e girasoli, era tanto che ne volevo una... 
Musica meravigliosa! Ringrazio *gruppo a caso di cui ignoro il nome* per aver suonato ben quattro pezzi dei Flogging Molly che pur essendo io minuscola e priva di saldo equilibrio, mi han convinta a lanciarmi in un pogo di manzi. Per due volte sono volata per terra e per due volte sono stata prontamente recuperata dai suddetti manzi. Niente lividi ma alla fine lì in mezzo si era tutti grandi amici. 
Bellissimo il fuoco sacro, soprattutto se ci son 10 gradi e l'umidità (nonchè la nebbia) fa si che tu ne percepisca 2... 
Meno bello è stato svegliarsi alle sei del mattino, eliminando uno strato per volta, decidendo infine di archiviare l'intera parure di coperte, con l'amico che impreca fuori dalla tenda:
 - Accidenti, adesso questo sacco a pelo è da buttare! *più versi a caso censurati*
E sorvolando i dettagli, diciamo che birra, idromele, vino, altra birra, altro vino e altra birra sono stati complici della dipartita del sacco. 
Che meraviglia, dopo una notte così gelida e quel brusco risveglio, uscire dalla tenda baciati dal sole, sdraiarsi sull'erba e chiacchierare per ore con quelle amiche che ultimamente vedo sempre più di rado, capire quanto mi mancano e decidere che forse sarebbe il caso di farsi vedere più spesso perchè con loro si sta davvero bene. Rialzarsi dal prato e mostrare con orgoglio (tutte quante, nessuna esclusa) un meraviglioso colorito aragosta su gote, spalle e schiena. Le gambe sono bianche ma chissene frega, almeno io non ho il segno della t - shirt (hihihi)
Bellissimo scoprire finalmente il vero significato della legge dei grandi numeri, applicarla alla serata - perchè oggi come ieri questa è la festa della primavera e della fertilità - e scoprire di essere l'eccezione!
Evviva!
Amo le feste celtiche. E adesso che vi ho resi partecipi di questa mia passione, è quasi ora di andare a dormire. Domani devo tornare in quel postaccio, non ho voglia di andarci e non voglio pensarci. 
Vado a mettere il doposole, va!

mercoledì 4 maggio 2011

Flashy Party Clouds

La prima volta che feci il laboratorio di animazione con Flash arrivai a scuola con un cerchio alla testa (probabilmente perchè la sera prima avevo fatto le 3? forse! Brava Carota, brava!) che durante il giorno si trasformò in un martello pneumatico a intermittenza. Alquanto fastidioso, se si pensa che avrei dovuto passare l'intera giornata davanti ad uno schermo e utilizzare un programma a me totalmente sconosciuto. Impazzii fino alle 4, poi mi venne un'idea geniale e riuscii ad animare si e no cinque secondi di immagini, sincronizzate ad una musichetta che però stavo ascoltando dalle 11. Non andò troppo bene...
Ritentando una seconda volta, (cioè oggi) forse qualcosa sono riuscita a combinare.
Ed ecco a voi il prodotto di una mente creativa dopo sette lunghe ore trascorse davanti ad uno stramaledettissimo Mac (ebbene si, dopo tutto quel tempo, anche un mac può rischiare di ambire a tale ignominia...). L'idea è appunto quella di sincronizzare la musica alle immagini.

Ascoltatela anche voi settanta volte. Vi sfido!


domenica 1 maggio 2011

Il citofono è un oggetto vintage!


Guardate un po' cos'ho trovato qualche mattina fa mentre cazzeggiavo qua e là per il web anzichè studiare... 

E mi è venuta in mente una cosina: 
Al Telefono: "Pronto, casa *Cognome a caso*? Sono la Carotina, potrei parlare con *nome a caso*?"

oppure

Al citofono: "Carotina, scendi in giardino a giocare? Dai, ho i pattini, porta la bici!"

Non è un po' triste?