martedì 28 febbraio 2012

#6: il libro più corto che io abbia mai letto

Senza dubbio 
L'uomo che piantava gli alberi, di Jean Giono.

E' un libretto piccino che racconta una storia poetica e tanto tenera e semplice: Elzéard Bouffier, un uomo solo che, con le sue forze riuscì a far uscire dal deserto le colline che abitava, piantando cento ghiande al giorno per tutta la vita.

Il libro è stato scritto nel 1953, mentre nel 1987, Frédérik Back adatto la storia per un cortometraggio animato che vinse anche il premio Oscar.

lunedì 27 febbraio 2012

Piccole carotine crescono

Io mi dimentico sempre tutto... è mia abitudine lasciare le cose in giro. Capita spesso che in pausa, dopo aver mangiato come porci, io, CdS e altri amici ciinici usciamo per una sigarettina post pranzo, lasciando le nostre schisciette incustodite sul tavolo. Non penso che la gente brami per impossessarsi di un contenitore vuoto e sporchino...
Di solito però, una volta rientrati e già sulle scale, CdS mi urla
 - La schiscetta stordita!!
La lascio sempre sul tavolo. Ho bisogno d'aiuto, lo so.
Oggi, con questo sole meraviglioso, non se ne parlava proprio di rimanere al chiuso. Quindi, una volta finito di mangiare siamo andate a spanarci come lucertole al sole! Le nostre schisciette ci attendevano vuote e pazienti sul tavolino.
 - Non scordartela però - mi ha detto Cds
 - Tranquilla, qualcuno mi urlerà dietro...
Più tardi, saziate dal sole e pure in ritardo, siamo tornate dentro. CdS prende il volo verso le scale
 - Compagna, la schiscietta!
 - Giusto!
 - Hai visto che brava? Sono diventata grande!
Oggi ho 26 anni!

giovedì 23 febbraio 2012

#5: Il libro più lungo che abbia mai letto

Ancora non posso vantarmi di aver letto Infinite Jest. Ma alle scuole ciniche è inflazionato, per essere in devi averlo letto. Ma io mi accontento (per ora) di ben più becere letture.
Infatti posso vantare le ben 888 pagine di Il dardo e la rosa, un fantasy simil-erotico, talmente pieno di nomi, dettagli e intrighi di corte che le prime cento pagine, nonostante la storia parta subito con un certo ritmo, le ho lette senza capirci niente. Poi la nebbia ha cominciato a diradarsi e mi ha preso davvero. Un libro che, vista la tematica, mi sono en guardata dal leggere in metropolitana ma divoravo sotto le coperte, restando sveglia fino alle tre del mattino. Non vi dico la faccia che esibivo il giorno dopo a lezione
 - Notte di sesso aggressivo?
 - Eh, in un certo senso si.
Poi non fraintendete, i dettagli vengono trattati in maniera elegante e con stile, l'erotismo è intrecciato alle battaglie, fughe e ccisioni cruente.
Il finale è prevedibile, ma non deludente. Nel senso che per quanto mi riguarda, ad un tratto ho sperato che finisse proprio così e, andando avanti, più mi accorgevo che gli eventi spingevano in quella direzione, più la storia mi coinvolgeva, spingendomi a leggere.
Non ho ancora deciso se sia un harmony travestito da fantasy o il contrario, comunque l'ho adorato, anche se, date le reazioni, sono restia a consigliarlo, perchè è giusto il peso a dare un tono d'intellettualità al tutto...

lunedì 20 febbraio 2012

#4: Il libro più brutto che abbia mai letto

Ributtiamoci a pesce in faccende di ben altro peso, va!

Non è una questione di lieto fine o meno. Ben poche conclusioni riescno davvero a soddisfarmi e stupirmi. Altri, nonostante la loro prevedibilità, li trovo comunque coerenti con la storia e il suo sviluppo. Altri non riesco proprio a mandarli giù. Il finale consolatorio ad esempio. Prevedibile come non mai, giocato grazie ad un deus ex machina improbabile o dovuto semplicemente al fatto che l'autore non sapesse cosa scrivere.
In secondo luogo il finale "trascinato". Una vienda che si conclude male, proprio perchè vissuta da protagonisti talmente inerti e passivbi da farti ripetere durante tutta la storia "Svegliati diamine! Fai qualcosa per favore, TIRA FUORI LE PALLE|!!!"
Il finale aperto viene subito dopo e, in comune col primo ha spesso la mancanza di idee. Non parlo di finali come "La casa del sonno". Quella è una conclusione vera e propria, perchè introduce ad un'altra storia, risolvendo tutti i punti. Io parlo di quel finale in cui ripensi a tutti i dubbi e gli interrogativi e ti ritrovi a bocca asciutta, perchè nessuno è stato in grado dar loro una conclusione, nè ti ha dato gli strumenti per farlo da solo.


Brucia la città è stata una cocente delusione. E presenta non una, ma ben due delle caratteristiche sopra riportate!
Un libro inconcludente dalla prima alll'ultima pagina. Non volevo crederci all'inizio, tutto accadde un pomeriggio mentre ascoltavo Radio Popolare alla fermata del bus, pensando ai miei progetti futuri. Avevo in mente di trasferirmi a Torino. L'avrei fatto ad ogni costo, visto il mio amore per la città. Proprio quel giorno, ascoltando, mi iimbatto in una recensione letteraria: si parla del nuovo libro di Giuseppe Culicchia, una storia ambientata a Torino, in cui la città ha a suo modo il ruolo di protagonista. Nonostante i pareri contrastanti, decisi che dovevo averlo a tutti i costi. E già l'inesistenza di un'edizione economica avrebbe dovuto farmi cambiare idea. Ma così non fu.
Un libro che, ogni tre capitoli ti propina lo stesso incipit, ogni dettaglio ripetuto paro paro ogni volta che ritorna, una storia assurda senza il minimo sviluppo, popolata da personaggi stereotipati, vuoti e passivi. Più di tutti il protagonista, a cui non si capisce se tante sfortune capitino perchè non fa nulla per cambiare le cose, o perchè sia proprio uno sfigato cronico.
Il libro finisce, a mio parere per mancanza di personaggi, tutti morti di overdose, tranne una, di cui sentiamo parlare durante tutta la storia ma che di fatto non abbiamo mai visto.
Ovvio che l'autore abbia raccontato tutto con ironia, altrimenti non si spiegherebbero quei dettagli ridondanti ripetuti ogni due per tre, nè tantomeno i nomi affibibiati a personaggi come Deturpi, Mintasco, Allegra, Gaia e Serenella... o l'idea di affidare una campagna dal tema "la droga ci fa schifo" a tre indiviui perennemente strafatti di bamba. Descrive tutto il marcio del jet set utilizzando la sua lingua, quindi lo schifo e il fastidio sono assolutamete voluti.
Tuttavia è stata una lettura noiosa, arrancante e depressiva. Davvero Torino è solo questo?
Genio o incapace, a seconda di come vogliamo vederlo. Secondo me, profondamente ferito.

domenica 19 febbraio 2012

Il paradosso del sistema binario

Dando un occhio all'attuale status del mio blog percepisco il bisogno di un drastico cambiamento di rotta. No, dico, cinque post letterari, due cinematografici o giù di lì... temo urga della frivolezza, ORA! Sai mai che mi si scambi per un'intellettuale...
Ci sono giorni come questo in cui amo pormi domande esistenziali, sarà che ieri sera ho riacquistato un po' di brio, sarà che al contrario, ho trascorso le ultime due settimane nel tunnel dell'incazzosità andante, tuta da ginnastica, cheetos nei capelli... (rendo l'idea, no?) fatto sta che non riesco a non ricollegare la faccenda ad una questione neanche poi tanto razionale. Non che la causa scatenante sia solo quella, però gioca un ruolo tutt'altro che secondario.
Quando noi donne discutiamo, tralascaindo gli argomenti più prevedibili quali scarpe, borse, vestiti, problemi fisiologici, pettegolezzi, o quelli meno mainstream come libri, film, politica, cultura generale, solitamente stiamo aqffrontando un tema molto delicato e combattuto. Gli uomini.
Poco conta che la donna a parlare sia single oimpegnata, quando l'argomento in causa è questo, assai di rado vengono emessi giudizi positivi: gli uomini sono creature semplici, sono stupidi, non sanno mai cosa vogliono, sono solo degli stronzi, non ragionano, trogloditi, animali, insensibili, bastardi!

 - Il loro cervello funziona un po' come il sistema binario. Acceso, spento. Non cercare di cavarne di più perchè rischi di fallire. 
Mi disse un tempo un'amica fidanzata. Felicemente, per giunta.
Quindi, se la logica non m'inganna, nella mente femminile vige un postulato basilare: un uomo è e sarà sempre inferiore ad una donna.
Già... ma allora come mai gran parte della nostra felicità deriva proprio dalla loro approvazione?
Com'è possibile che siano creature giudicate inferiori a controllare le sorti della nostra autostima?Perchè permettiamo che questo accada?
Riflettiamoci su: ci sono tanti fattori in grado di cambiare il nostro umore, un esame superato a pieni voti, un successo lavorativo, un pomeriggio di sole trascorso con un'amica... tutti più o meno rilevanti. Ma cos'è che ci rende davvero felici se non la presenza e l'affetto maschile? Di esempi potrei farne a bizzeffe, partendo dai più stupoidi per arrivare a quelli seri: la sera che mi metto in tiro, i complimenti di dodici amiche non sortiranno lo stesso effetto di quello da parte di un solo uomo; un esame passato con 30 ma trascorrendo il pomeriggio a fare shopping selvaggio non sarà soddisfacente quanto prendere un 27 con la prospettiva di telefonare trionfante al fidanzato di turno sentendomi dire "brava amore, spacchi il culo ai passeri! Vieni da me più tardi?". Allo stesso modo, una donna single, con un lavoro che ama e uno stipendio da far invidia ai peggio dirigenti di banca, non sarà realizzata quanto una fidanzata o moglie dal modesto impiego. La prima sentirà che le manca qualcosa. A meno che non si tratti di una simil Samantha Jones. Ma si sa dove la bionda soddisfa le sue voglie, quindi la questione cambia poco.
Io stessa ricordo con molta più nostalgia periodi neri d'insuccesso lavorativo e scolastico, ma trascorsi accanto al mio ex, rispetto agli anni da single costellati da voti altissimi a breve distanza, risposte positive, serate divertenti e pomeriggi di gossip con amiche, soddisfazioni e giorni proficui al lavoro.
Se davvero consideriamo l'uomo una creatura tanto infima, come mai ne abbiamo tanto bisogno?
Saranno frasi fatte che le amiche sfoggiano come mera consolazione (personalmente mi fanno pure un po' incazzare), sarà dovuta all'insoddisfazione e la voglia di rivalsa di ogniuna di noi... fatto sta che non riesco a venirne a capo... tanto questa settimana tra lezioni e lavoretti, non credo che la questione mi toglierà il sonno...

#3: Il personaggio che preferisco di un libro che ho letto

Nel senso... il mio personaggio preferito in assoluto?
Non ho mai avuto una gran simpatia per i protagonisti, è scontato, ti ci devi identificare per forza, finendo poi col preferire l'amico dell'amica della comparsa. O il cattivo. Però lei le ha sbaragliate tutte.

Prisca Puntoni!

Se siete grandi fan della Pitzorno questo nome vi sarà più che familiare. Una delle tre protagoniste di Ascolta il mio cuore che ho sentito da subito simile a me, in tutto e per tutto.
Avevo dieci anni quando lo lessi, si può dire che avessimo la stessa età: entrambe grandi lettrici nonchè aspiranti scrittrici, lei rimepie decine d'agende con storie fantasiose e riflessioni din troppo profonde per una bambina. Io le srcrivevo sui quaderni vuoti, attendendo con impazienza il lunedì, giorno del tema in classe. A differenza sua, la mia insegnante mi ha sempre lasciata scrivere liberamente, volando con la fantasia.
Se in italiano Prisca, nonostante la guerra innescata con la maestra Sforza, si rivela geniale, è carente in matematica. Ma a suon di ripetizoni entrambe l'abbiamo scampata! Istintiva e collerica, incapace di tacere e lasciar correre le ingiustizie, perennemente in disordine: sfoggia macchie d'inchiostro sul naso, capello spettinato e fiocco rosa a pallini celesti di traverso. A me, cinque minuti fuori casa bastano per far colare il trucco, macchiarmi ovunque, impolverarmi e arruffarmi i capelli.
Andando avanti con gli anni scopriamo che Prisca, ormai alle medie, condivide con le amiche l'amore per la mitologia e la letteratura greca. In prima media si studia l'Iliade e i bambini, fuori da scuola giocano alla guerra di troia sul marciapiede. Ma qui le nostre strade divergono: io ho sempre tifato per i Troiani...

mercoledì 15 febbraio 2012

#2: La mia citazione preferita

"Un giorno ci incroceremo in un caffè o in metropolitana.
Cercheremo di non riconoscerci o di fingere di non vederci, ci gireremo svelti dall’altra parte. Saremo imbarazzati per ciò che è diventato il nostro “noi”, per quello che ne è rimasto. Niente. Due estranei uniti da un passato immaginario."
Daniel Glattauer, Le ho mai raccontato del vento del Nord



L'indecisione cerca di metterci il becco, ma alla fine qualcuno la spunta sempre.
Sarà stata la foto, saranno stati i pensieri che mi bazzicavano in mente due mesi fa ma, senza nemmeno sapere chi fosse sto Glattauer, decisi che quel libro doveva essere mio. A quanto pare eravamo in molti a condividere quel desiderio, infatti ho girato mari di librerie senza risultato, finendo per trovarlo proprio alla Feltrinelli... there's no place like home... 
Poche parole che ho subito sentito mie: descrivono quel lato di me romantico, un po'' pessimista ma speranzoso, che ama fantasticare su come potrebbero andare alcune faccende se rimandate di qualche anno. Allo stesso tempo quella parte sadica e troppo curiosa, ossessionata dall'idea che in un futuro, potrei trattare da estraneo qualcuno ora fondamentale, ripetendo esattamente le parole del libro. Sono pensieri da fare? Perchè non godersi il momento anzichè riporre tutte le speranze in un futuro o, al contrario, essere terrorizzata da quello che potrà succedere un giorno?

martedì 14 febbraio 2012

Pixar goes Medieval!

Da ieri attendo con trepidazione il 5 settembre!

Non chiedetemi perchè e guardate qui!


Brave, il tredicesimo lungometraggio della Pixar che, dopo due anni di sequel mi tira fuori questa perla con tutte le premesse per dimostrarsi un capolavoro: ambientato nelle HIGHLANDS SCOZZESI del X SECOLO, narra le vicende di Merida, prima PROTAGONISTA FEMMINILE, figlia del re Fergus e della regina Elinor, una principessa sovversiva e determinata a ribaltare le tradizioni del regno. Poi questa figliola ribelle si rivela pure essere una provetta ARCERA...
Il film, annunciato nel 2008 col titolo The bear and the bow, negli anni ha cambiato titolo (e stendiamo un velo di pietà e disgusto per la versione italiana), nonchè cast: se la protagonista inizialmente doveva essere doppiata da Reese Witherspoon, ora è Kelly MacDonald a darle la voce, circondata da un folto gruppo di attori scozzesi, se escludiamo Emma Thompson. E se l'accento non s'inganna, guardarlo in lingua originale sarà dura...

domenica 12 febbraio 2012

#1: Il mio libro preferito

Non ne ho uno in realtà. Ma se dovessi scegliere, calcolando che probabilmente molti titoli potrebbero esser citati in altre categorie, che di alcuni vi ho già parlato più e più volte, che questo è un po' insolito come titolo, direi


Il cinema secondo Hitchcock


L'avete mai letto? Io ho dovuto studiarlo. L'avrò divorato sei o sette volte credo, ma i concetti erano già chiari a prima vista. Mancavano sei mesi all'esame però, quindi nel dubbio...

Una chiacchierata lunga trecento pagine, nozionistica quanto basta, ricca di aneddoti spassosi, talmente scorrevole da lasciar scivolare i concetti dritti dritti dove servono. E' davvero il più divertente libro sul cinema che sia mai stato scritto, inoltre Hitchock è stato uno dei pochi registi in grado di mescolare il cinema d'autore col pop, leggere le sue memorie e conoscere il suo metodo di lavoro potrebbe essere così utile a quei cineasti barricati nei loro mattoni incomprensibili e insostenibili...

Unico difetto: ovviamente è pieno di spoiler! Ma a modo suo. Non avevo mai visto Psycho (errore mio) e scoprire così chi fosse l'assassino... ha solo aumentato la curiosità!

Let's go get lost in books!


Visto che giusto oggi, anzichè andare dritta a lezione (avendo già accumulato un ritardo considerevole), ho bypassato il tutto a dopo la pausa e mi sono diretta alla Feltrinelli, imponendomi di non spendere nemmeno un eurino...

Chi è stato in libreria con me sa bene cosa significhi: io impazzisco, non ho freni, prendo in mano 12 libri diversi poi li rimetto a posto (dieci volte...) perchè non sono così ricca. Potrei spendere tutti i miei soldi in libri e l'ho anche fatto una volta, sperperando il mio misero rimborso spese in due orette scarse. Non è arrivato nemmeno a casa...
Passerei i miei giorni a leggere, ma mi accontento di farlo in metrò, sperando di non incontrare nessuno lungo il tragitto. Quei minuti sono pochi, preziosi e miei!

Tutto ciò per dire che
per i prossimi trenta giorni (anzi, per trenta volte nei prossimi giorni, perchè conoscendomi non sarò mai così costante) vi ammorberò con una delle tante iniziative di facebook, "30 giorni di libri", in quest'ordine:

1) Il tuo libro preferito.
2) La tua citazione preferita.
3) Il tuo personaggio preferito di un libro che hai letto.
4) Il libro più brutto che tu abbia mai letto.
5) Il libro più lungo che tu abbia mai letto.
6) il libro più corto che tu abbia mai letto.
7) Il libro che ti descrive.
8) Un libro che consiglieresti.
9) Un libro che ti ha fatto crescere.
10) Un libro del tuo autore preferito.
11) Un libro che prima amavi e che ora odi.
12) Un libro che non ti stancherai mai di rileggere.
13) Il libro che in questo momento hai sulla scrivania. (Sempre se ne hai uno :3)
14) Il libro che stai leggendo in questo periodo.
15) Apri il primo libro che ti capita tra le mani ad una pagina a caso e inserisci la foto e la prima frase che ti salta agli occhi.
16) La tua copertina preferita.
17) Il personaggio con cui ti vorresti scambiare di posto per un giorno.
18) Il primo libro che hai letto.
19) Un libro il cui film ti ha deluso.
20) Un libro dove hai ritrovato un personaggio che ti rappresentasse.
21) Un libro che ti ha consigliato una persona importante per te.
22) Un libro che hai letto da piccola.
23) Un libro che credevi fosse come la gente ne parlava e invece sei rimasta o delusa o colpita.
24) Il libro che ti fa fuggire dal mondo.
25) Un libro che hai scoperto da poco.
26) Un libro che conosci da sempre.
27) Un libro che vorresti aver scritto.
28) Un libro che farai leggere ai tuoi figli.
29) Un libro che devi ancora leggere.
30) Un libro che ti ha commosso.


Auguri!

giovedì 9 febbraio 2012

Spingitori di scaldatori di banchi...

La Carota è tornata al liceo!
Evviva!
E sì che speravo di dimenticare quei cinque (facciamo due e mezzo va...) anni infernali.
L'università... ah è così bella l'università, luogo ameno dove nelle aule si respira cultura, nei chiostri si respira altro... e bene o male ogniuno si fa gli affari suoi, concedendosi un po' di sano cazzeggio tra un esame e l'altro, senza perdere di vista la motivazione. Perchè se la dimentichi rimani indietro, nessuno ti regala niente e dopo un po' le scelte son due. O te dai una mossa o te ne vai!
Dico, scaldare il banco a quindici anni è lecito: ti sei iscritto all'artistico e ancora ti chiedi cosa cazzo studi matematica a fare. Apre la mente, dicono. Si, pure l'enigmistica, che però è divertente. Non hai scelto di studiare SETTORDICI MATERIE: ne hai scelte quattro, le altre ti vengono propinate a caso. Magari poi non sei stato tu a decidere, hanno fatto tutto i tuoi e ora tu ti trovi ad imparare lingue morte del tutto inutili senza sapere che fartene. Aggiungici pure che a quindici anni sei ancora una giovane testa di cazzo, scaldare il banco è cosa buona e giusta.
A ventuno potresti anche smetterla però. Nessuno ti obbliga ad occupare spazio sottraendo aria ad altri studenti motivati. La scelta è stata tua, potevi iscriverti all'università e rimanerci fino a trentadue anni senza presentarti ad un esame uno, ma hai deciso che volevi fare i CARTONI ANIMATI! E ti sei iscritto alla SCUOLA DEL CINEMA!
Sapevi cosa t'aspettava, nessuno ti ha spinto a farlo (o forse si? C'era qualcuno che ti spingeva?). Inoltre, se sei qui, posso pensare che un minimo la faccenda ti interessi: ti stanno insegnando un mestiere, mi viene il dubbio che tu voglia lavorare nell'ambito, in un futuro. No? Un mestiere artistico, per giunta, quindi di lavorare forse non ne hai bisogno. Non ora almeno. Potrei capire se sollevassi casse tutto il giorno, facessi l'impiegato o fossi stato obbligato dai tuoi a ripercorrere le loro orme, studiando giurisprudenza che ti fa anche un po' schifo. Ma te ne stai a disegnare tutto il giorno!! Il tuo scazzo e il tuo disinteresse mi fanno solo arrabbiare.
Ma vai ad ammazzarti di shopping, tanto al foglio macchina ci penso io, va!

mercoledì 1 febbraio 2012

Worlds Biggest Human Trap Operated by a Mouse

Di solito non faccio queste cose.
Ma quand'è così, posso forse astenermi? Vero che di test si tratta (ok, uno lo feci tempo fa...) ma qui si parla di DISNEY! Cartoni animati. Affatto stanca di discuterne tutto il santo giorno, adesso me ne frego ben bene di tutto il lavoro che ho da fare (già che avevo deciso anche stasera di mettermi a letto e finire il mio librino... presto ve ne parlerò) e mi accingo a rispondere a tutte le domande.
Prima ringrazio Eva, che mi ha rimbalzata al blog di Razzi Umani dove ho trovato appunto questo meraviglioso post!

1) Quale'è la tua fiaba preferita?
Robin Hood, la Bella e la Bestia, la Principessa e il ranocchio... non una di preciso in realtà
2) Quale quella più odiata?
Lilly e il Vagabondo. E' troppo triste. E poi non mi sono mai piaciuti i cani parlanti
3) Qual'è il tuo cartone animato Disney preferito?
Gli Aristogatti!
4) Quale sogno vorresti che la bacchetta magica della Fata Turchina rendesse vero?
Ci vorrebbe una stanza delle bacchette... sono una donna pretenziosa. O incredula...
5) Il tuo cattivo preferito?
Ade... e Yzma. Anche il Dr. Facilier non è affatto male, ma sospetto che il doppiaggio di Luca Ward giochi un ruolo troppo importante. 
6) E il principe dal quale vorresti essere salvata?
la Bestia. In versione Bestia. Amo gli uomini bestia...
7) Quale dei 7 nani ti rappresenta di più?
Pisolo. Che domande... 
8) Se Mago Merlino potesse trasformarti in un animale per un giorno, cosa saresti?
Un gatto, così, ricollegandomi alla domanda 6, avrei qualche Chance con Romeo che, parliamone, è fascinoso pure lui :)
9) Se fossi Raperenzolo come trascorreresti le tue giornate nella torre?
Esattamente come fa lei, riempirei le pareti di disegni... leggerei... mi annoierei un sacco.
10) La prima frase di una canzone Disney che ti viene in mente?
Di Giovanni Re tra un millennio e più ancor si parlerà
non certo per le sue virtù ne per la sua bontà.
Lontano è Re Riccardo contro i turchi a gueerreggiar (e vi giuro che fino a un mese fa io cantavo "contro i tutti"... va beh)
e quel buono a nulla fa tutti quanti tribolar.
Fenomeno d'ncapacità sui libri di storia lui sarà
il re più fasullo d'Inghilterra!!!
11) Quale frase ti sussurrerebbe più spesso all'orecchio il Grillo Parlante?
Un intero campionario di frasi sagge e consigli utilissimi... voglio un Grillo Parlante cavolo!
12) Se tu possedessi le scarpette di Dorothy dove vorresti che ti trasportassero?
Probabilmente mi andrebbero larghe... ma potendo scegliere direi in Scozia...
13) Se dico "C'era una volta .." come proseguiresti la frase?
...in una terra lontana lontana, un piccolo regno grigio e nebbioso. Tra le caserme e i palazzoni, timida timida si erigeva una casetta che pareva messa lì per caso. Al suo interno viveva una piccola fanciulla. ma non è lei che vivrà la nostra storia, bensì...

*l'inquadratura si sposta verso un palazzone a caso, panoramica a schiaffo, titoli di testa".