domenica 12 agosto 2012

Un grande preambolo per raccontare che...

"Per lui sarai sempre la sua bambina..."

non è una giustificazione valida a non farmi usare la bistecchiera. E la lavatrice, e lo stendono, e la caffettiera, e il frigorifero. E ci aggiungerei anche il divano già che ci siamo.
Spiego: i miei se ne vanno via per due settimane (evviva) e il mio genitore maschio altresì chiamato padre ha deciso che, non essendo io capace di utilizzare i sovraelencati elettrodomestici, non devo utilizzarli. Inutile dire che non è vero. Se escludiamo la lavastoviglie, visto che credo di essere l'unica persona di mia conoscenza che trova più rapido lavare i piatti a mano anziché caricare, preparare e avviare, - ho dei problemi - posso affermare di non aver sprecato per intero i miei ventisei diciannove anni! Non ho mai vissuto da sola, che diamine! A sentir mio padre sembro una criminale, piromane assassina!!
Ma non importa, non sono offesa, si è già fatto perdonare spiegandomi (e mimando) la reazione del basilico desideroso d'acqua. Tutto ciò in romano quindi fate un po' voi!
E per il resto tutto bene! Da domani tornerò ufficialmente in possesso del regno dei fiori di carota e inaugurerò la comune dell'amore e del cazzeggio spinto visto che ho finalmente finito (per ora) di lavorare.
Impegni cinici a parte, (possono definirsi ufficialmente archiviati, morti e sepolti fino a metà ottobre), vi ho mai parlato del mio corto?
No ovviamente, essendo io una persona superstiziosa ho preferito evitare. Ma ora mi sembra il caso di farlo anche perché ho taciuto troppe cose interessanti che meritavano assolutamente d'esser citate.

questo post sta somigliando sempre di più a una puntata dei simpson, sebbene molto meno divertente e bidimensionale

Tornando al corto, tutto ebbe inizio una gelida sera di febbraio. Anzi, prima! A gennaio un'amica che tra l'altro non vedevo da un po', una di quelle con cui ti trovi benissimo ma che non vedi praticamente mai, mi propone di partecipare ad un concorso internazionale. E io, un po' per sfizio, un po' perchè lusingata dal fatto che l'avesse chiesto proprio a me (io la trovo geniale, la stimo da more), un po' perché alla fine non avevo niente da fare - appunto - ho detto di si! Così arriviamo a quella gelida serata di febbraio in cui, davanti a due margarita, buttiamo giù un paio di idee, entrambe poco convinte di riuscire a combinare qualcosa, essendo la scadenza a meno di un mese. 
Inizia così una lunga serie di domeniche a casa mia in cui lavoriamo, disegnano, cazzeggiamo e finalmente, il 28 di febbraio, siamo pronte ad uploadare le nostre meravigliose creazioni: una bella, una carina ma talmente piena di cliché da farmi incazzare.
Essendo state settimane parecchio impegnative, nel momento stesso in cui premo il tasto "upload", la mia testa viene invasa da un unico pensiero: "ecco, ora questa brutta storia è finita, non ne voglio più sentir parlare, ciao ciao, goodbye!"

E invece no.
Verso metà marzo vengo contattata dalla dolce fanciulla la quale mi comunica che abbiamo superato la selezione! Uno dei due soggetti è piaciuto e tra i quindici vincitori (su 129, mica cazzi eh) ci siamo anche noi!  E parteciperemo non con il soggetto bello, ma con quello carino e pieno di cliché. La cosa peggiore di tutte è che non è solo ricco di cliché, ma anche di animazioni! L'idea era di fondere le riprese dal vero col cartone animato e a quanto pare i giudici devono essersi gasati un sacco, li possino... anche perché ciò significa che il mio ruolo guadagna un sacco d'importanza... e responsabilità... e io non sono capace!!! Un'intera produzione sulle mie spalle... come faccio?
Il lato positivo della faccenda però, oltre al fatto che forse potrei anche imparare qualcosa di utile per il futuro (ma ad aprile questo lato non riuscivo ancora a vederlo) è racchiuso in tre meravigliosi giorni ad Amsterdam, tutto pagato tranne gli sfizi (e avete capito quali). Tre giorni deliziosi, se escludiamo il duro lavoro, le otto ore giornaliere di workshop e il nervoso per la workshop leader imbecille a cui non piace il nostro progetto (tesoro, non fa impazzire nemmeno me ma la mia socia ci tiene tantissimo quindi si fa come dice lei e tu non rompi). Tre giorni davvero belli, durante i quali abbiamo conosciuto tanti ragazzi di altre scuole d'europa, saggiato la freddezza dei nordici, sfiorato la rissa (io) con uno slavo che dopo sei ore di lavoro "vuole fare una considerazione sul progetto delle italiane"... mangiato come porche, girato in bicicletta (io, con una ragazza estone che, appena l'ho abbracciata per evitare di cadere si è irrigidita come un pezzo di legno), bevuto, fumato, parlato, cazzeggiato... e insegnato alla ragazza estone che dare tre bacini per salutarsi non è la fine del mondo! Tante cose insomma.
Fatto sta che a workshop finito si doveva lavorare. E il planning prevedeva una finalizzazione degli storyboard e della sceneggiatura fino a inizio maggio, pausa, poi lavoro lavoro lavoro lavoro da metà giugno a metà agosto. Le riprese invece erano previste per metà luglio.
Io e la mia socia ci siamo letteralmente fatte il culo. Lei in modo più diluito ma senza fermarsi, io a singhiozzi. E finita la prima parte, uploadati gli ultimi storyboard alla faccia della stronzissima workshop leader che fino all'ultimo ci è stata addosso, a metà giugno ho iniziato a lavorare sulle animazioni. Acanto a me CdS (manco a dirlo) e miss V, la mia stacanovista preferita, bulgare a e incazzosa, cos se la workshop leader scassa ancora le palle, ci pensa lei a spaccare butilia e amazare familia! Ecco!
Pian piano la cerchia di collaboratori si è allargata, per primo l'aiuto regista nonchè il meraviglioso fidanzato dell'altra fanciulla, tante carinissime comparse, un direttore della fotografia di tutto rispetto e, grazie a CdS anche un compositore che non potevamo trovarne uno migliore! E tutti gli altri, recuperati qua e là attraverso passaparola, conoscenze e casting vari! E per ultimi - ci piace scegliere con cura - i due attori. 
Ora se riassumo i giorni di riprese non la smetto più di raccontare, anche narrare tutto il lavoro mio e delle mie socie diventa lungo, complesso e ripetitivo. L'importante è sapere che a oggi tutto sta andando secondo i tempi. Non so quanto possa definirsi un lavoro splendido (e mi riferisco alle animazioni, perché le riprese sono venute da dio). Sul set tutto è andato per il meglio nonostante il secondo giorno la mia sveglia abbia deciso di non suonare, facendomi così arrivare con mezz'ora di ritardo (ma nonostante questo abbiamo comunque finito con un'ora d'anticipo, tiè), con le ragazze abbiamo finito prima del previsto, pian piano ho imparato ad apprezzare prima e a innamorarmi poi di questo lavoro e ora lo trovo adorabile. Intanto la prima bozza del lavoro dovrebbe essere in viaggio verso Amsterdam. Da qui a settembre c'è ancora molto da fare, ma per adesso a posto così!
Non vi ho raccontato nulla né della storia né del tema né di niente. Sempre superstiziosa resto ma prometto che presto sarò meno avara di dettagli. 
Ho solo un dubbio: la fanciulla con cui sto collaborando altri non è che il braccio destro di 075. Se io sono il braccio destro del braccio destro.. cosa sono esattamente?

domenica 5 agosto 2012

Parlare di Hangover è mainstream ma questi son casi strani

Scrivere questo post mi fa sorgere una qualche perplessità, per due ragioni specifiche:
 - prima di tutto questa settimana l'argomento è già stato trattato, nelle sue sfaccettature, ben tre volte
 - so che trattare certi argomenti è il modo migliore per attirare le cosiddette "ultime parole famose", ma non essendo mia intenzione tirarmela o simili, mi auguro che la sfiga se ne stia rintanata in un mondo migliore.
Chiaro, quindi:
tutto ha avuto inizio stamattina quando ho scritto un messaggio a CdS per sapere il programma del pomeriggio. Ieri sera siamo uscite e tra una cosa e l'altra, ci abbiamo dato parecchio dentro con birra, vodka e tequila. La sua risposta stamane è stata:

"Mi sono appena svegliata con un discreto post bevuta. Sto una merda, non ho più l'età"

Alchè, sapendola ancora una ventitreenne sveglia e arzilla, le ho mandato il tormentone del post sbronza che ogni ragazza perbene e con una certa cultura dovrebbe conoscere a memoria: questo.
La sua risposta una volta visto il video, è stata:

"Io sono la bionda"

Io no. Stamattina, superato il trauma risveglio, mi sentivo arzilla come una freschissima Mandy Moore. E non è la prima volta, infatti da tempo ormai, il video incriminato è diventato il tormentone mio e della Q ogni volta che una delle due passa una serata alcolicamente impegnativa e la mattina dopo, mentre lei vorrebbe strapparsi le tempie, io saluto il mondo con un sonoro "Buongiorno!". Diciamo quasi sempre. E' capitato anche a me di soffrire in silenzio col mio mal di testa, ma la cosa assurda è che capita più spesso se faccio la brava e non esagero. Scrissi a proposito in questo post. E quella sera avevo in corpo una misera Tennent's e un mojito...
Dunque tutto questo ciarpame di parole a caso è semplicemente volto ad introdurre il paradosso del doposbronza più alcuni casi interessanti di cui voglio rendervi partecipi:

Dicembre 2007 (anni 21): dopo aver sconfitto l'assai ben poco temibile esame di storia del cinema, mi concedo una serata con le compagne del liceo al Saloon. Per chi non lo sapesse, il locale è famoso per gli "spari", se vai ad ordinarne un giro al bancone, il barista ne approfitta e te ne offre sempre uno. Va a finire che siamo usciti di lì sui gomiti. Tre di noi vomitavano in agoni diversi di Paolo Sarpi mentre io pregavo il nostro accompagnatore di "andare piano altrimenti ti inauguro la Punto". Non so in che stato io sia tornata a casa, non ricordo nulla, ma ricordo perfettamente la sensazione di freschezza e leggerezza del giorno dopo. Una rosellina.

Ottobre 2009 (anni 23): una cosa per cui amo le feste celtiche è la copiosa presenza di idromele. Il capodanno celtico non fa differenza. Solo che l'idromele è stronzo, ne butti giù un bicchiere e non senti nulla. Dopo quattro continui a non sentire nulla. Solo che non sai manco come ti chiami e perché stai rotolando e ridendo nella ghiaia. Dopo aver accompagnato il mio amico esattamente dalla parte opposta rispetto a dove doveva andare, mi riporranno a casa. Il risveglio è stato particolare, pittoresco direi. Da un lato stavo bene. Quello destro. Il lato sinistro della mia testa era completamente bloccato: mal di testa a trapano, male allo zigomo, all'orecchio, al dente e alla gola. E la scusa dente del giudizio non reggeva perché li ho tutti da un pezzo. Quindi avendo constatato che questo postumo non m'impediva di studiare perfettamente, ho concluso che l'idromele non è troppo rischioso.

Settembre 2010 (anni 24): io e la Q usciamo per una serata tra amici. Che si prolunga. Molto.
La quantità di vodka redbull permette a me di uscire completmente di testa e a lei di stare molto peggio, salvando me perché almeno una sana tra le due era necessaria. Torno a casa alle sei. Mio padre, ignaro di tutto ciòmi sveglia alle otto con un caffè accompagnato dalle soavi note di Venditti!
"Spegni quella musica" biascico.
"Ma io volevo svegliarvi con un po' di allegria... va beh, la spengo"
Ingurgito velocemente il caffè (è un test, se lui rimane giù io posso passare una giornata lieta) e mi concedo un'altra oretta di sonno prima di passare l'intera giornata china sui libri. Alterno momenti di disperazione nauseabonda ad attimi di forza e giuro, studiare è stata una tortura.

Dicembre 2010 (sempre 24): alcatraz e qualche bicchiere di vodka lemon (ma non tanti, nel senso, io ricordo tutto) mi permettono di svegliarmi il mattino dopo con un simpatico cerchio alla testa. La sera avevo una fest di laurea alla quale mi sono trascinata spacciando il verdoni della mia faccia per un colore molto di moda negli anni sessanta (festa a tema...), bevendo coca cola e maledicendo gli altri presenti che si scolavano la sangria.

Settembre 2011 (anni 25): quello di cui si parlava sopra: una tennent's e un mojito che mi hanno accompagnata tutto il giorno seguente con un simpaticissimo cerchio alla testa che ad ogni passo ti sembra di morire.

Marzo 2012 (anni 26): San Patrizio da noi lo si è festeggiato con le birre verdi. Finite quelle mi si avvicina un attempato individuo il quale chiede se può offrirmi da bere. Accetto di buon grado e due ore e dieci tequila dopo *....*
Il giorno seguente mi chiama un'amica:
 - Come stai?
 - Bene, perché?
 - Ma ti ricordi quello che è successo ieri sera?
 - Certo!
 - Ti ricordi anche quando ti sei sdraiata sul pavimento del bagno (pulito, ho verificato) facendo l'angelo e invitandomi a seguirti perché "è tutto così bello visto da qui e io sono felice"?
 - Ehm... quello in effetti non lo ricordo. Però sto bene, te lo assicuro. 
E gliel'ho detto reduce da un banchetto a base di sushi durante il quale mi sono abbuffata come una porca.
Solo la settimana prima avevo trascorso il sabato accoccolata a letto rea di aver bevuto un paio di birre... fate voi.

Tra le tante cose che mi ha insegnato mio zio, ne ricordo due in particolare:
 - oh signor d'amore acceso con le bestemmie
e
 - non bere troppo, se proprio lo devi fare, evita di mischiare cose strane
Si dice anche che con l'avanzare dell'età il fisico ceda un pochino. E va bene che dei miei ventisei anni ne dimostro la metà, ma pensavo che la cosa coinvolgesse solo l'aspetto esteriore. Non credevo si estendesse al metabolismo (e la pancetta da birra significherà pre qualcosa?). Allora perché le volte che mi do alla pazza gioia finisco sempre per farla franca mentre quando faccio la brava concedendomi un solo alcolico in quantitativi discreti, al mio risveglio vorrei piangere, soffrire e dare fuoco al mio cervello?
A dire il vero non dovrei lamentarmi e continuare così, ma so per certo che il karma mi osserva da tempo e me le farà pagare tutte. Senza sconti.