mercoledì 26 dicembre 2012

It don't mean a thing (all you gotta do is swing!)

Per me che vivo in un posto dimenticato da tutti, dove passano due autobus e la neve ce la teniamo fino a marzo, è sorprendente scoprire posti carini e interessanti dietro casa. Ancora più sorprendente riuscire a trascinarci le mie amiche. 
In realtà parlando con loro, sembra quasi che io non sia mai uscita di casa: infatti la maggior parte di questi posti, le mie amiche li conoscevano da tempo. E li odiavano da tempo!
Quindi se conosci un posto ma ti fa schifo, equivale più o meno a non conoscerlo affatto, no? Molto meglio capitarci nella serata giusta, scendere dieci gradini e scoprire quanto queste si sbagliassero. e riuscire a convincere anche loro di tutto ciò.
L'altra sera infatti, dopo mesi che volevo convincerla, sono riuscita nell'impresa trascinando la mia amica Pi all'Ittlittos, un pub microscopico dietro casa. Un mesetto fa circa avevo scoperto che si trattava di una sorta di jazz club e sono impazzita. 
 - Nooo fa schifo! E poi è mal frequentato, ci vanno tutti quelli che prima erano alla brasserie... 
Che noia, ho pensato. E che sfiga.
Poi ci sono stata per caso con un amico, che mi ha portata a sentire il suo professore di clarinetto. E credevo di aver capito perché a Pi quel posto non piacesse: sopra un normalissimo pub, sotto una saletta dove l'età media era ben oltre i '50. Come può un posto del genere piacere ad un'assidua frequentatrice di centri sociali e concerti reggae? Mmmh. Però a me piace, quindi cn la scusa del natale, dei saluti e alle varie, domenica ce l'ho trascinata. 

 - Ma io nemmeno sapevo che ci fosse una saletta di sotto!! E al prossim concerto promettimi che veniamo!

Eccola, l'avevo detto io. 
In ogni caso tutto ciò era anche per parare della Ticinum JazzBand, che ho avuto la fortuna di ascoltare sia questa settimana che l'altra volta. 
Scendere in quella saletta significa fare un balzo di quasi ottant'anni, ritrovandosi immersi in un'atmosfera tipica di un film in bianco e nero e ballare da soli, con amici, in coppia o con sconosciuti... 
La band poi è stupenda, il repertorio spazia dal jazz classico al swing, ma non mi dilungo o rischio di fare gaffe clamorose come quella di domenica sera, quando ho stupidamente scambiato Glenn Miller con Django Reinhardt. Pessima. 
Dovreste ascoltarli e vederli suonare, sono meravigliosi e hanno conquistato anche i più improbabili tra i miei amici.
Io la domenica son lì!


lunedì 24 dicembre 2012

Meglio tardi che mai


click to listen

Se ho fortuna, arrivo a Capodanno senza raffreddore. Ci voglio credere.
Nel frattempo io e tutti i miei fazzolettini auguriamo a tutti
Buon Natale!!!

domenica 23 dicembre 2012

Tutti dicono Ai lov iu

Lo so, sono un amore, la mia mamma mi ha fatta su proprio carina. Anche un po' scema e se il mondo è pieno di stronzi, li incontro quasi tutti io. Probabilmente vado proprio a cercarli, ma non importa. Il fatto è che ultimamente sto riscontrando una tendenza comune a molti ometti, ovvero l'inclinazione alla poeticità impertinente.
Mi spiego meglio: di questi tempi (e parlo degli ultimi due anni), mi è capitato di uscire con vari personaggi. Una birra, quattro chiacchiere, un paio di baci e la serata finiva sempre nello stesso modo. Ma che avete capito, magari! Io parlo del messaggino! Che se non arriva la sera stessa, giunge la mattina dopo o il pomeriggio. Non lascia passare tanto tempo comunque.Quel messaggino in cui mi vengono porti ringraziamenti per la bella serata, seguiti da una descrizione di me come una creatura inafferrabile e stupenda, impalpabile, effimera, quasi divina, qualcosa che ti da uno scopo nella vita, una ragione per svegliarti al mattino, una creatura da trattare con delicatezza, seta purissima, nata dalla spuma del mare e i cavalli alati... calzate simili insomma.
Se gli occhi di una ventenne, davanti a tanta poesia si riempirebbero di lacrime e comincerebbero a luccicare, una persona più matura, probabilmente farebbe le valige e svanirebbe in una nuvola di fumo. La carota di solito sceglie per la terza ipotesi: dopo il primo momento di sgomento, panico e disperazione, sopraggiunge la calma e spunta un sorriso. Ringrazia gentilmente per le belle parole e decide di non darvi troppo peso.
Tempo pochi mesi, quando la frequentazione tra la carota e il soggetto di turno affronta i primi scricchiolii e si ritrova davanti al bivio che prevede di scegliere tra la fuga e l'impegno serio, il soggetto di turno opta per la prima ipotesi senza pensarci troppo su.
E la carota, dopo aver lanciato una scarpa in testa al fedifrago, si rialza, si scrolla la polvere di dosso e inizia a farsi domande esistenziali sulla vita, l'universo e il funzionamento del cervello maschile. Di solito queste domande non trovano una risposta sensata, però non può fare a meno che chiedersi cosa spinga questi soggetti a perdere tanto tempo a idealizzarla e spremersi le meningi per tirare fuori versi così poetici, quando poi sono i primi a levare le tende alla prima difficoltà. Non potrebbero incanalare tutta questa energia positiva per saldare i loro piedini alla terra e provare a risolvere i problemi come tutte le persone normali?
Forse però è colpa mia, che me li vado a cercare e, anche se pare incredibile nei bei tempi che furono, anch'io ebbi qualche storiella lunga e duratura. La prima con un ometto che, mentre le mie amiche ricevevano zucchero e miele sotto forma di sms, lui catalizzava tutta la sua dolcezza per scrivermi "Amore ricordati di prendere l'ombrello". Ma che sfidava il vento e la pioggia per comprarmi i colori ad olio quando la febbre mi costringeva a casa. L'ho lasciato. L'ho lasciato per mettermi con un soggetto che dopo due settimane mi ha detto "ti amo". Dopo tre mesi ha appeso in bagno il quadro che gli avevo regalato. In conclusione la colpa è mia e CdS me lo dice sempre:


"Carotini, tu vivi in un mondo fantastico, lo dice anche il tuo oroscopo: 'Quanti pesci ci vogliono per cambiare una lampadina? Perché, è forse mancata la luce?'. Tu hai bisogno di un uomo pratico, uno che torna a casa urlando 'donna, dov'è la mia cena!!?', uno che, carezzandoti la testa ti dica di stare tranquilla, che alle bollette e alle scadenze ci pensa lui. Mica un poeta maledetto!"


Ma sto cercando di porre rimedio e di allontanarmi da soggetti del genere. L'ultimo è stato quasi clamoroso: dopo avermi conosciuta, non ha tardato a farmi sapere quanto la mia presenza l'abbia emozionato. Non più tardi di una settimana, in seguito ad una serata trascorsa insieme (da soli stavolta), ha detto che mai, tutti i bei momenti che stava passando avrebbero potuto dargli la stessa gioia del pensiero di me.
Poi però, quando, spaventata, ho fatto un passo indietro, e dopo avermi ricordato quale creatura meravigliosa io fossi, non ha perso tempo e si è defilato. Non ho più avuto sue notizie. Evidentemente meravigliosa lo ero, ma non abbastanza da meritare un piccolo sforzo per tenermi vicina. *
Che poi spaventata... non mi terrorizzava l'impegno, non mi sentivo né ammanettata né tantomeno svincolata. Volevo solo scappare dall'ennesimo poeta dal culo pesante.
Vuoi una cosa? Prenditela e stai zitto una buona volta!



*sollevo da ogni responsabilità chiunque mi presenti soggetti del genere. Gli amici sembrano sempre meravigliosi, quindi non è colpa vostra e io vi voglio tanto bene lo stesso!

domenica 16 dicembre 2012

Sunday morning




Buongiorno popolo del mattino!
Sono le nove e un quarto, sto per recarmi su un set e stamattina il mondo mi ha salutata così:


  


Calcolando che ieri sera ero ad una meravigliosa festa itinerante a cantare canzoni popolari con vinello e sconosciuti, posso ritenermi soddisfatta e orgogliosa delle mie condizioni fisiche.
Mi aspettano sei lunghe ore al freddo e al gelo. Ma ce la posso fare!
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venerdì 7 dicembre 2012

Santa Pazienza...

Il mio insegnante non si smentisce mai. E' un genio assoluto.
Sono due mesi che mi sbatto per scrivere non dico la sceneggiatura della mia vita, ma una storiella quantomeno decente e pensavo di esserci riuscita. Poi però siamo passati ai consigli affettuosi che, quest'anno ho deciso di ascoltare. E ho cambiato il finale modificandolo esattamente come suggerito da lui.
Oggi, a 24 ore dall'inizio del rough (che poi sarebbe la fase prima dello storyboard per intenderci), quando si pensa che la storia debba essere già definita, soprattutto se hai tempo fino a giugno e lavori da sola, mi scrive una mail, chiedendomi perché alla mia storia manchi il finale.

...

Posso solo concludere che sia un genio assoluto, altrimenti passerei diretta agli insulti!

Dave Brubeck è morto

E ha mancato per un soffio i 92.
Io di lui so poco e niente, probabilmente ho ascoltato un decimo del suo repertorio, Jazz impression of Japan e poco altro. Sono fiera di sapere che la canzoncina della pubblicità della banca l'ha scritta lui. La mia conoscenza si chiude qui. Ho scoperto che era morto perché un mio amico l'ha scritto su facebook, anche Repubblica e, a quanto pare Mtv ne parlavano.
Non volevo scrivere l'ennesimo post di commiato ad un artista che se ne va, semplicemente sfogarmi. Perché c'è informazione di massa, informazione di nicchia e per ultima, c'è quella silenziosa e inesistente.
In questo periodo, a parte lavorare come una matta, sto facendo poco e nulla. Non riesco nemmeno a leggere i giornali, saranno mesi che non vado ad un concerto, settimane che non vedo uno spettacolo, figuriamoci a una mostra... e nella maggior parte dei casi, io di questi eventi interessanti manco ero al corrente.
So che in parte è colpa mia, il lavoro c'entra e non c'entra ma cazzo! Sono stanca di scoprire cose cazzeggiando su facebook, recepire informazioni incomplete, captare parole qua e là, sbattermi ore per trovare un modo interessante e alternativo di passare le serate, finendo a volte col fare un buco nell'acqua per poi scoprire il giorno dopo, di essermi persa lo spettacolobarraconcertobarrajamsessionbarraeventoculturaleacaso dell'anno.
Perché se fai parte di un giro particolare, le notizie ti piovono dal cielo senza nemmeno bisogno di andare a cercarle. Se ne sei fuori, o hai fortuna, oppure finisci per rimanere all'oscuro di tutto. Ogni informazione viaggia per passaparola, rimanendo nelle mani di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, allargandosi un po' ai loro amici e conoscenti.
Quest'estate ho scoperto un reading di poesie con accompagnamento musicale dietro casa mia solo perché ero uscita con un'amica a bermi una birra, l'ultimo spettacolo che ho visto, non fosse stato per un'amica me ne sarei rimasta a casa, mi è capitato di imbucarmi a un vernissage (e mangiare gratis e molto bene) dopo esser rimasta affascinata dalla stradinapiena di brillantini e candele per terra e ho saputo di un paio di concerti interessanti (si parla dell'anno prossimo) sbirciando il sito di Tony Arco. Che io manco sapevo chi cazzo fosse Tony Arco se non avessi stalkerato l'intera rete internet per captare informazioni su un suo allievo di cui ero follemente innamorata... Vogliamo parlarne? Questi eventi passano in sordina e spesso e volentieri chi li organizza è mosso semplicemente dalla passione e si fa carico di tutte le spese, infatti di rado si finanzia qualcosa di nuovo, di diverso, che potrebbe non fruttare abbastanza. Il rischio è troppo alto.
Molto meglio stare a casa a guardare la finale di XFactor comodamente svaccati sul proprio divano. Lo sanno tutti che è domani sera, è scritto ovunque!