sabato 26 gennaio 2013

...è come desiderare ardentemente di avere mal di testa!

Confesso di essere un po confusa.
Mi pare di aver già affrontato l'argomento in maniera più o meno spicciola ma l'altro giorno, dopo aver finito di leggere Un amore, di Buzzati, mi sono trovata a rifletterci di nuovo e credo di dover approfondire un po' la faccenda.
Sebbene non abbia fatto fatica a finirlo, ho chiuso il libro con stizza, fastidio, tristezza e un'altra lunga serie di emozioni tutt'altro che positive. Mi è piaciuto? Per niente. Eppure a quanto pare, Un amore è considerato un capolavoro, un classico della letteratura italiana.
Per quanto riguarda la forma, la descrizione della Milano negli anni sessanta nulla da dire. L'argomento poi, delicato e attuale, è trattato con un garbo e una finezza non semplici quando si affrontano tematiche come la prostituzione, ma forse è dovuta al fatto che, quando è stato scritto erano altri tempi, la dignità delle persone era diversa e i tabù molto più numerosi di quelli presenti oggi.
tutto il resto però mi ha davvero messa di cattivo umore, a cominciare dai personaggi: Antonio è un uomo che il mio amico D. liquiderebbe come un sottone. Per me è un uomo pieno di problemi, maschilista, superficiale, immaturo, a tratti stronzo e terribilmente paranoico. Non che Laide, la donna di cui si innamora non gliene dia motivo: una ragazza viziata, opportunista, bugiarda e stupida. In fondo è anche giustificata dalla situazione: a lei, farsi mantenere da un borghese cinquantenne conviene tanto da superare il ribrezzo che prova per lui (del resto una prostituta non ha grane possibilità di scelta) e sopportare le continue scenate di gelosia. Perlopiù un cinquantenne borghese sedicente innamorato che però continua a trattarla da prostituta, senza volerla sposare, tantomeno presentarla agli amici o fare di lei una donna onesta. Un po' egoista, forse abbastanza da giustificare il fatto che Laide, davanti a tutto questo, continui a comportarsi da prostituta, nascondendolo a lui. Antonio se l'è voluta, se l'è cercata.
Ma per quanto lei si comporti in maniera comprensibile, non è certo un personaggio nel quale immedesimarsi facilmente, tantomeno prenderne le parti. Per non parlare di lui: un uomo talmente sgradevole da allontanare il lettore. Un personaggio con cui NON CI SI VUOLE identificare. Tutto questo ovviamente non è che un parere personale, fatto sta che non mi è piaciuto per niente, mi ha rattristata, mi ha fatto venire il nervoso, mi ha costretta a riflettere su vicende e che avrei preferito rimanessero sepolte, senza pensarci troppo su affrontandole in maniera più serena qualora ricapitassero alla porta. Ma ripeto, questo è un mio parere. Però continuo a sentire quel senso di colpa, quella vocina interiore che sembra ripetermi "come, non ti è piaciuto? E' un capolavoro, non capisci proprio niente!"
Ed è proprio qui che sta la mia confusione: non capisco se la differenza tra la bellezza oggettiva e il mio gusto personale sia giustificata. E' corretto, è normale che un'opera d'arte, considerata un vero e proprio saggio nel suo genere, possa lasciarmi indifferente o farmi addirittura schifo? Sono io che non capisco nulla?
Io credo (e l'ho già detto), che la maggior parte della gente che frequento menta spudoratamente per una pura e semplice questione d'immagine, ad esempio: Studi cinema? Ma come puoi non amare Godard?!
Ecco, a me Godard non piace per niente. Non so che farci, mi da i nervi! Genio assoluto certo, uomo del suo tempo, innovatore e iniziatore della novelle vague. Però bisogna ammettere che non sia proprio un grande intrattenitore... fai cinema bello mio, se i tuoi film si rivolgono ad un vasto pubblico ma solo dieci persone riescono ad arrivare fino alla fine e cinque di queste a capire cosa volevi dirci, mi sa che hai sbagliato mestiere! Quando poi penso a Carnage, sono ancora più confusa: è geniale come film! Un atto unico con quattro personaggi chiusi in una stanza, perfetta coincidenza tra la durata del film e quella delle vicende, ti incolla allo schermo perché vuoi vere fino a che punto arriveranno a torturarsi questi quattro nevrotici. Però, se quando ho iniziato a vederlo ero mediamente apatica, mi sono alzata dalla sedia con un'angoscia e una tristezza indescrivibili. Come accade per Un amore, anche Carnage probabilmente suscita le emozioni che il regista voleva provocare nello spettatore. Bello si, ma se mi chiedessero di rivederlo direi no grazie! Non mi è piaciuto. Sono emozioni non esattamente piacevoli da affrontare. Perché mi proponi qualcosa se sai di volermi suscitare sensazioni negative? E soprattutto, perché c'è gente che ammette di gradire qualcosa che provochi le suddette sensazioni? Pazzi, masochisti! Come disse CdS una volta, è come desiderare ardentemente di avere mal di testa!!!
Sto bestemmiando? Sono un'ignorante? Io non credo. Penso che ci siano tempi e luoghi per riflettere e altri per liberare la mente. La vita reale è già abbastanza incontrollabile e brutta di per sé, quando leggo un libro o guardo un film, desidero che vada tutto bene, almeno lì...

4 commenti:

  1. Sono in parte d'accordo con quello che scrivi. Io valuto la bravura di un artista in base a quanto riesce ad emozionarmi, ma sono consapevole che questa non è la bravura reale, perché l'oggettività presuppone che vengano valutati altri parametri, vedi lo stile, ecc. ecc....
    L'estro dell'artista è un codice indecifrabile, noi possiamo solamente limitarci a dire se ci ha colpito o meno.
    Non ho lettu il libro di Buzzati, ma proprio perché non ti è piaciuto mi hai incuriosito a leggerlo...
    quanto a Carnage, dopo i 15 minuti non ce l'ho fatta e ho cambiato film. Ma mi sono ripromessa di rivederlo!

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  2. Non ho letto il libro di Buzzati, però mi hai invogliato a leggerlo! Perché pur se suscita emozioni negative, almeno suscita emozioni! A me sta succedendo la stessa cosa con "Qualcuno con cui correre" (è il primo libro che leggo di Grossmann): faccio fatica, perché le emozioni che mi avvolgono quando lo leggo mi lasciano l'amaro in bocca (in maniera molto più sfumata rispetto a quello che hai provato tu con "un amore").
    Carnage invece mi è piaciuto un sacco, ma proprio tanto!
    Alex V

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  3. Allora.
    La critica è fatta da esseri umani e proprio per questo rarissssssimamente è concorde. Ci sarà sempre qualcuno che la pensa diversamente.
    Ignoranza? No carotina, tu hai i mezzi per dire se hai trovato una cosa bella o meno perché non sei ignorante e non sei scema. E se qualcuno fa l'arrogante e ti rompe le palle perché non ti piace Godard, fai l'arrogante anche tu: "OVVACHECCCIOUNALAUREA,IO".
    E poi non stai dicendo che il libro ti ha fatto schifo e vorresti bruciarlo: stai dicendo che ti ha infastidita. Io ho provato la stessa cosa con "Altà fedeltà" (il film).

    :)

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  4. Ragazze, un po' mi rassicurate (075, tu lo fai sempre e le tue rassicurazioni mi sono mancate tanto) però vi giuro che certe volte la confusione è troppa, specialmente quando finisco per domandarmi se non abbia solo voglia di liberare la mente anziché riempirla di nozioni.
    Però sono contenta di avervi incuriosite. Leggete "Un Amore" e poi ditemi cosa ne pensate.

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