mercoledì 2 gennaio 2013

They gave you a good reason to stare at my boobs, so read it and shut up!

Leggere è una delle cose che adoro di più. Prendere la metropolitana è un obbligo a cui sono costretta ogni mattina. Uscire senza un libro da leggere è una delle cose che più odio, vado nel panico manco avessi dimenticato a casa il telefono.
Avendo poco tempo a disposizione in generale, mi sembra sciocco sprecare un'ora stando ferma a fissare il vuoto, mentre mi lascio trasportare, quindi leggo. 
Purtroppo, capita di frequente che questo mio passatempo venga interrotto da ostacoli di sorta, come ad esempio l'autobus pieno, talmente pieno da non riuscire nemmeno a tenere la borsa in spalla e doverla incastrare in mezzo alle gambe. Oppure quando c'è il sole e, passando per un viale alberato, le ombre regalano alle pagine quella sensazione che manco la luce stroboscopia di una discoteca... quand'è così, non è colpa di nessuno. Rinuncio a malincuore alla mia lettura e mi rassegno a viaggiare in silenzio.
La mia trasformazione da persona normale a belva semifamelica, avviene invece quando è qualcuno, più o meno volontariamente, a non avere la sensibilità di capire che per me quello è tempo prezioso, e inizia a disturbarmi come può!
Ad esempio, vi è il fastidioso passeggero che, con tutto lo spazio a sua disposizione, decide di piazzarsi in piedi davanti a me, proiettando così la sua ombra sul mio libro. NO. Non lo devi fare. So che non mi conosci, so che probabilmente ignori il fatto che io veda poco e che abbia bisogno di luce per leggere... ma sei fastidioso caro mio. La tua ombra mi disturba! Con tutto lo spazio che c'è, proprio qui dovevi venirti a piazzare? 
Poi, sempre in situazioni di grande abbondanza di spazio (quando sei in piedi), c'è quello che indietreggia verso di me. Nonostante io mi allontani e faccia un passo indietro, cercando di guadagnare un po' d'aria per me e il mio libro, ogni sforzo pare vano, visto che il passeggero indietreggia nuovamente. Finisco per trovarmi col libro in faccia, i capelli dello sconosciuto nelle narici e una gran voglia di tirargli delle testate perché, guardando dinnanzi a noi, vedo il vuoto.
Per non parlare della signora al telefono, o delle amiche in vena di chiacchiere. Potrei mettermi le cuffie e continuare la mia lettura in santa pace, se non fosse che il loro tono di voce supera i duemila decibel e i loro acuti fanno tintinnare i vetri. Cosa possono, due timidi auricolari, davanti a tutto ciò? 
Ma a tirare fuori tutta la mia rabbia è lui, l'essere più fastidioso e inopportuno che si possa mai incontrare quando si sale su un mezzo pubblico: il conoscente. Questo personaggio ha un fiuto invidiato dai migliori cani da tartufo e, nonostante tutti i miei sforzi per camuffarmi, nascondermi, mimetizzarmi col paesaggio circostante e continuare a leggere in pace, lui mi trova. E mi saluta. E si mette in piedi vicino a me costringendomi a togliere le cuffiette e chiacchierare con lui. Solo che, non avendo mai scambiato più di quattro parole, ovviamente non so cosa dirgli, ma essendo una persona educata, mi pare anche un po' cafone salutare, rimettermi le cuffiette e abbassare lo sguardo mentre questo individuo rimane fermo accanto a me, a fissarmi. Però vorrei tanto farlo e, mentre fisso il vuoto in cerca di argomenti validi, rimpiango tutte quelle paginette che potrei leggere. Quando poi è in vena di simpatia particolare, il conoscente risponde anche a monosillabi, facendomi non solo rimpiangere il tempo perduto, ma rendendo vivo in me il desiderio di porre fine a suoi giorni, colpendolo ripetutamente con la copertina del libro (possibilmente non in edizione economica). Ma perché non te ne sei rimasto nel tuo angolino a riflettere sulla tua inutilità anziché venire a disturbarmi mentre spendo il mio tempo in modo sicuramente migliore di quanto non faccia tu? Perché???

Come potete vedere, sui mezzi pubblici non c'è giustizia per chi vuole farsi una cultura. E in che modo possiamo ribellarci? Chiudendo il libro con forza e sbuffando in faccia allo sconosciuto di turno? Chiedendo gentilmente di abbassare il volume della voce mentre si parla al telefono e, se non dovesse servire, sottraendo il suddetto telefono e lanciandolo fuori dal finestrino? Colpendo teste con l'edizione rilegata de "Il nome della Rosa", oppure perfezionando il travestimento camaleontico che ci fa somigliare a un sedile della 91 o a un cartonato di Simona Ventura nella pubblicità della Figurella?

Quest'anno, LaQ e 075 mi hanno regalato una soluzione che sicuramente ovvierà al problema in modo molto più diplomatico e pacifico.


2 commenti:

  1. *___*
    La soluzione di tutti i miei problemi di viaggiatrice (e pendolare) solitaria!
    Quella maglietta è il Graal!
    Alex V

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    1. E' bello sapere che in molti condividiamo gli stessi problemi...
      Questa primavera aggiornerò sul risultato effettivo del regalo.

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