martedì 15 ottobre 2013

In truth we trust

Qualche giorno fa, mentre oziavo su Facebook, mi sono imbattuta in questo link.


Visto che da un po' di tempo ormai riflettevo sull'argomento sincerità, ho deciso che era ora di scrivere due righe.
Adesso, avendo letto a fondo l'articolo (non che ci sia molto da leggere), sarà palese a tutti che il tizio in questione non conosce bene le mezze misure. Quando qualcuno si comporta così, non si tratta più di mettere in discussione le proprie idee o affrontare la realtà, ma di insultarlo il più perfidamente possibile.
Perché secondo me la giusta dose di sincerità dipende da due fattori imprescindibili:
 - Il modo in cui si dice qualcosa, molto più della cosa in sé
 - Il fatto che qualcuno ti abbia effettivamente chiesto un parere a riguardo.
Sul primo fattore non serve che mi spieghi. Per quanto riguarda il secondo dirò che, conoscendo alcune persone e chiedendo proprio a loro un parere, il solo fatto che gliel'abbia chiesto fa in modo che io sopporti anche parole brusche. Ad esempio, so che CdS non è esattamente un tipino delicato, ma so anche che non dice cattiverie gratuite e non richieste. Se mi trovassi a chiedere un parere a lei, so che potrei andare incontro a commenti del tipo "Fai schifo con quel colore!" oppure "Con la frangia hai la faccia da scema", ma non dovrei prendermela per frasi simili, perché so benissimo cosa mi aspetta chiedendo la sua opinione. E' vero anche che, quando la questione tocca un'importanza maggiore di una semplice frangia, anche lei diventa subito delicata e discreta. Non mi ha mai detto di odiare il duca: quando c'è stata occasione ha usato parole gentili dicendomi che non ci vedeva bene insieme e che non mi trattava come meritavo. Poi però quando ha saputo della rottura, ha voluto festeggiare stappando una birra e dandogli senza mezzi termini dello stronzo! Per dire.
Tutto ciò per dire che ultimamente sento l'irrefrenabile bisogno di esternare ciò che penso, sempre se richiesto o, in caso contrario, nei dovuti modi. Solo che purtroppo non è cosa semplice, perché in effetti è vero, senza dare del ciccione orrendo a qualcuno, non sempre la gente accetta la realtà o vuole affrontarla.
La casistica è complessa:

C'è quel tuo amico che ti confida di avere difficoltà nel trovare una ragazza, perché sempre più spesso tende a finire nella tanto temuta friendzone. Tu, che solo poco tempo fa eri tra le sue mire, vorresti tanto dirgli che una bona idea per evitare la suddetta zona amici sarebbe quella di non ruttare o bestemmiare in presenza della fanciulla di turno, ma come fai? Avresti voluto dirglielo a suo tempo, ma come allora, trovi difficile scegliere le parole adatte...

Oppure c'è quel ragazzo che proprio non ti piace e che vagamente ti chiede di uscire insieme. Ti ha fatto qualche complimento, ma di fatto, anche se fuori con lui proprio non ci vuoi andare, ti sembra azzardato rifiutare aggiungendo che non vuoi impegnarti in alcun modo. Perché purtroppo il ragazzo è abbastanza scaltro da non dichiararsi apertamente, ma a quanto pare, non a sufficienza per capire che tre rifiuti di fila significano un chiaro e deciso due di picche.
Qui il problema sta proprio nel fatto che, se la domanda non ti viene posta, ti è difficile rispondere in modo chiaro.
 - Verrei volentieri a bere una birra con te (ed è tutto da vedere) ma senza impegno
 - E chi voleva impegnarsi? T'ho chiesto di uscire a bere, mica di sposarti, stronza!
In effetti potrebbe anche succedere, no?

E infine (ma questo di solito accade il lunedì) tutti quelli che si lamentano del proprio lavoro, di dover cominciare la settimana, della mancanza di un terzo giorno tra il sabato e la domenica. A tutti questi simpatici personaggi, vorresti chiedere di smetterla con le lagne e proporre loro uno scambio: per un mese tu ti alzerai tutti i giorni e andrai a lavorare, mentre loro si alzeranno quando vogliono e passeranno la giornata a inventarsi qualcosa, continuando ad aspettare l'arrivo di una mail o che qualcuno proponga loro un impiego. Ah, non vale prendersi un mese per andare in vacanza perché un disoccupato non ha certo i soldi per farsi un bel viaggetto, e tantomeno per uscire tutte le sere! Uno scambio è uno scambio!
Troppo cattiva? Qui le parole non dovrei nemmeno cercarle, e sono pronta alla pioggia di insulti.

D'altra parte, io per prima ho sempre cercato la sincerità e odiato le frasi fatte, anche perché trovo che sia più semplice risolvere i problemi se qualcuno per primo è limpido con te. In tutti i sensi.
Non ho mai sopportato gli ex che inventano scuse prima di mollarmi. Dimmi che ti faccio schifo, dimmi che ti stai facendo un'altra e soprattutto non venirmi a dire che "rimarremo amici", solo per farmi piacere, perché io sono scema e a queste cose finisco per crederci, così come credo al "ne parleremo a voce" che non arriva mai. Odio chi parla solo per non ferire i sentimenti di qualcuno, soprattutto se a farlo saranno i fatti. Dimmi sinceramente che mora sto da cani, che le mie battute non fanno ridere, che non abbasserai le tasse e che togliere l'IMU sarebbe una pettinata, tanto i soldi da qualche parte bisognerà prenderli.
Alla fine - ebbene si, ricomincio a lagnarmi perché non ho un lavoro - dopo giorni di arrovellamenti a domandarmi come mai nessuno mi abbia ancora offerto uno schifo di impiego e sguardi stupiti perché "è strano, alla fine era così brava...", ci terrei tanto che qualcuno, in tutta sincerità mi spiegasse qual'è il motivo. Forse non sono così brava, o forse mi pongo male, oppure la mia faccina da quindicenne non dice proprio "affidatemi un compito importante". Non ne ho idea. Sono pronta a tutto, ma non parlatemi di sfiga perché non ci credo!

Se preferite un discorso meno pastrocchiato a riguardo, trovo che lei abbia trattato l'argomento in maniera splendida! 

4 commenti:

  1. Cara :*
    Grazie per il link al mio blog!

    Comunque a me ogni tanto verrebbe proprio da rispondere direttamente ai miei contatti di fb, ma l'unica volta che l'ho fatto non ho ricevuto risposte e da allora non vengo più salutata per strada. Manco fosse stata una cosa personale, poi.
    Questo mio contatto aveva scritto: "Ho scoperto che i macaron in realtà sono un dolce italiano fatto inventare da Caterina de Medici, e i francesi come al solito ci rubano tutto! Maledetti bastardi, non vi bastava la Gioconda?"
    La mia risposta era stata: "Ma perché questa fissa della Gioconda? Nessuno l'ha mai rubata, ce l'ha portata Leonardo di sua spontanea volontà! E per fortuna, perché l'avessimo tenuta noi probabilmente ora sarebbe ammuffita. Per i macaron ci sarebbe da chiederci perché noi non li rivendichiamo come nostri, invece che accusare i francesi di furto."

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    1. Dobbiamo sospettare che i francesi, a parte marrons e gioconda, avessero rubato qualcos'altro alla persona in questione altrimenti non si spiega tutto questo rancore!
      Ma a volte mi chiedo, se essere sinceri significa scremare le proprie conoscenze eliminando gente del gente, forse ne vale doppiamente la pena! Rimane sempre un dilemma complesso!
      :*

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  2. concordo su tutto (ma il lunedì non riesco a non lamentarmi!!)

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    1. ehi! Quanto tempo!!
      Guarda, mi sto convincendo di essere molto strana io, perchè fin da quando ho memoria, ho sempre odiato la domenica (anche quando ero al liceo...)

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