martedì 8 ottobre 2013

Tinte, karma e duchi


Lunedì + (pioggia x capelli sciolti) = tinta

Questa semplice equazione corrisponde ad una verità sempre valida. Almeno per me. 
Preceduta da un'altra sacrosanta verità, valida per la maggior parte delle donne di questo mondo:

"Quando una donna vuole cambiare qualcosa di sé, comincia sempre dai capelli"*

Ma purtroppo qualcosa andò storto, e fu così che quello promesso come un biondo scuro, si rivelò nientemeno che un castano del tutto identico a quello che già avevo in testa. Se non altro ora i capelli sono di un colore solo.
Ciò non toglie che io ancora mi domandi come possa un semplice taglio o colore, generare cambiamenti  in tutti i sensi. Della serie ieri mi trascinavo come una larva fuori dalle coperte mentre oggi, grazie a questa nuova frangetta sbarazzina io saltello allegra per le vie de centro, intrattenendomi con sconosciuti e regalando sorrisi a tutti mentre mi dirigo verso il nuovo e superlussuoso posto di lavoro! 
Non succede nulla di tutto ciò e la maggior parte delle volte, nessuno nota il benché minimo cambiamento in voi. A meno che non sfoggiate un colore stile lattina di coca cola o un taglio davvero drastico. 
Nonostante tutto però qualcosa cambia davvero. Per poco, ma qualcosa cambia. Probabilmente ci sentiamo davvero diverse e questa sensazione ci rende più allegre, sorridenti, positive... non sono una psicologa e questa spiegazione sa un po' di ovvio, ma tant'è.
Tutto ciò per dire che ieri mattina, rotolando fuori dalle coperte, mi sono resa conto di essere circondata da un panorama devastante: 

 - niente lavoro
 - niente da fare
 - single. Sola come una zattera in mezzo al mare, come una zitella di mezza età, ma senza gatti, il che rende tutto infinitamente più triste e desolante.

Ma procediamo con ordine: a tre mesi dal diploma, a parte qualche progettino qua e là, non ho concluso granché. Sono diventata un'esperta nell'impaginazione dei curricula e nello scrivere lettere di presentazione (è sempre la stessa che copio e incollo, premurandomi di cambiare il nome dell'azienda). Mi sono scoperta bravissima anche a millantare conoscenze mai possedute - tanto si sa, l'esperienza è la migliore insegnante -. Peccato che tutto questo non abbia sortito alcun risultato. Anzi si, un paio di colloqui li ho fatti, ma purtroppo entrambi a vuoto. Il primo per la mancata partenza di un progetto del quale avrei dovuto far parte, il secondo per colpa mia, che all'ultimo ho fatto uno di quegli errori cretini pari forse a lasciare il rubinetto aperto con il tappo del lavandino chiuso. E quasi sicuramente avranno chiamato qualcun altro più attento e preciso di me. Forse, oltre a imparare nuovi programmi o disegnare tutto il giorno, dovrei costringermi a lavorare sotto pressione in modo da non incappare in errori di questo tipo la prossima volta. 
Ad ogni modo qualcuno potrebbe obiettare che tre mesi non sono nulla e il tempo per trovare un lavoro non manca. Purtroppo però subentrano alcuni fattori determinanti che intralciano la mia serenità:

 - Alla veneranda età di ventisette diciannove anni, presentarsi ad un'azienda senza una ferrea esperienza alle spalle non è certo un canale preferenziale e io purtroppo, avendo dedicato tutti questi anni allo studio, sono considerata priva di esperienza o comunque alle prime armi. Escludendo chiunque cerchi un apprendista di massimo ventiquattro anni, con almeno tre anni di esperienza nel campo e tre lauree con master a seguito, non pensiate che le altre aziende sceglierebbero me quando potrebbero avere a disposizione un ventiduenne con la stessa esperienza. Sono vecchia e me l'hanno anche detto. 
 - Per natura, ho la forte tendenza all'iperattività. Ne consegue una forte tendenza a sentirmi una fancazzista al sol pensiero di trascorrere le mie giornate in casa, anche se di fatto qualcosa finisco per combinarla comunque. Non posso farci niente, mi sento così da quando ero a liceo e tutto ciò mi rende incapace di rilassarmi, anche quando ne avrei bisogno. 
 - Quando prima affermavo di aver dedicato gli anni passati allo studio, intendevo SOLO allo studio. Ciò fa si che io sia priva esperienza sia nel mio campo, che in qualsiasi altro. Se escludiamo quattro mesi come operatrice di cassa, non ho mai fatto lavoretti salutari. Per fare la hostess sono troppo bassa, per fare la commessa sarei troppo istruita e nessuno mi ha mai richiamata, per fare la cameriera a Milano ci vuole un mezzo che ti riporti a casa dopo le due del mattino e purtroppo anche quello manca. Aggiungete pure due genitori che hanno sempre fatto pressioni sul fatto che evitassi di lavorare e uniteli ad una sfiga cronica nel trovare lavoro, potrete concludere che anche la carta dei lavoretti salutari non è la prima che giocherei al momento.

Lo sconforto era abbastanza alto da farmi tentare l'ultima carta. E visto che per ora non svelerò nulla di più specifico a riguardo, dico solo che oggi, mentre camminavo per le vie del centro facendo i primi passi per rendere quest'ultima carta un po' meno ipotetica, sotto i vapori della pioggia, ho sentito i miei capelli gonfiarsi pian piano e ho deciso di dare una svolta anche a loro.
Passiamo al secondo argomento (o meglio il terzo).

Single. Che fine fece il duca?
Diciamo che andare al mare insieme non ha portato i benefici sperati. 
Oltre al resto, mi sono sentita dire di non avergli dato nulla in quattro mesi di relazione.
Eeeeh! Errore!
Non stavo forse passando ore a ripassare con lui il dialogo per il provino?
Non ero forse io a dargli spazio senza fargli mai pesare di non riuscire a vedere spesso le mie amiche? Non ero forse stata io a stargli vicino durante le prove del saggio, chiedendogli come stesse, come andasse, dandogli consigli, senza prendermela o sembrare triste se non lo vedevo per settimane intere? La stessa persona che per tutta risposta, quando una settimana dopo si è diplomata, ha ricevuto una bella pacca sulla spalla, un complimentino e un messaggio di scuse perché la sera della festa "sono stato tanto coi miei amici e ti ho ignorata" e per tutto ciò non se l'è affatto presa. Non al momento almeno.
Ma forse tutto ciò non basta a uno abituato a vomitare arcobaleni, dedicare poemi sdolcinati e dire frasi esagerate dopo una settimana che si esce ma, dopo poco, non venendo ricambiato a dovere, a chiudersi a riccio e diventare pungente e a volte anche un po' offensivo. 
Così la nostra vacanza ha finito per trasformarsi in una parodia (brutta) di Ricorda con rabbia. E lo conosco perché ho dovuto pure leggermelo visto che il duca non sapeva quale monologo scegliere e mi ha chiesto se potevo aiutarlo nella decisione.
Mi ha anche detto che con me non si diverte. E' vero, amore è essere scemi insieme ma tra di noi lo scemo era lui e a me veniva solo di essere rigida come un tronco. Non fraintendetemi, io adoro fare la scema, ma non riesco a divertirmi con qualcuno che ha l'umorismo di un quindicenne e che trova spassosissimo scherzare su una presunta bisessualità (nemmeno vera, ma come dicevo, lo trovava divertente) al primo appuntamento. Non sei divertente, sei solo scemo! Ad aprile pensavo che l'umorismo da terza media fosse solo occasionale ma è venuto fuori tutto d'un colpo proprio al mare e per un po' ho fatto finta di ridere, poi mi sono stancata. 
Ovviamente ho provato a dirgli che così non mi stava bene, ma per tutta risposta lui ha insistito perché continuassimo a vederci, dicendomi che voleva proseguire proprio perché mi stimava tantissimo.
...
So a cosa state pensando... 

Una terribile visione degli anni che ci aspettavano. Io sono quello a destra col cappello

Esattamente. 
Tutto questo finchè non torniamo dal mare e, proprio sul treno di ritorno lui scopre di doversi operare il giorno dopo. Trattandosi di un'operazione delicata, ho deciso di fare il possibile, cercare di capire se potessimo vederci comunque ("tranquilla, sono a casa con mio padre, ci vedremo quando starò meglio") e in caso contrario, farmi comunque sentire. Finché ad un certo punto non sparisce. Va beh, due giorni, che vuoi che siano. Solo che voci attendibili mi dicono che sta male, è pallido, dimagrito... tutto questo mentre io, alla sagra dei Crotti mi sto ingozzando e ubriacando alla faccia di tutti. 
E gli scrivo per sapere come sta.
Per tutta risposta mi scrive che sta bene. Ma aggiunge che purtroppo deve dirmi qualcosa che mi farà arrabbiare. E mi lascia.
In quel momento cosa potevo fare?

 - Struggermi in lacrime.
 - Rispondergli di fottersi
 - Prendere un bicchiere di vino, berlo e rispondere, composta, che ero perfettamente d'accordo con lui ma che per senso di decenza avrei preferito comunicarglielo di persona una volta guarito. 

Per aver scelto la terza via ho guadagnato la standing ovation di un'amica, nonché fan n1 del duca, almeno finché non le ho annunciato le modalità con cui lui ha deciso di chiudere con me!
Ora io e lui, nonostante il messaggio aggiungesse che avrebbe voluto parlarne di persona, non ci siamo più visti. Ma so da fonti certe che sta bene, si è ripreso e ora vanta anche un posto al terzo anno del corso di teatro. 
Ad ogni modo mi scuso per questo periodo di assenza. Non diamo al duca tutta la colpa. 
Ora sono di nuovo qui, con gli stessi capelli castani di prima, ma almeno di un castano solo! Ohyeah! E dico che il karma me ne deve una. 

*si ringrazia laQ per la sacrosanta verità!

4 commenti:

  1. Mmmmh perioduccio interessantemente pieno!
    Per i capelli credo che sia un po' una questione di una coccola piuttosto che un vero e proprio cambiamento, con l'aggiunta magari di qualche trattamento rilassante; poi quasi sempre con un taglio nuovo stiamo meglio!
    Per il lavoro ti sei risposta da sola, 3 mesi non sono poi troppi, devi solo insistere insistere insistere e qualcosa salta fuori! Purtroppo la questione del giovine con esperienza la conosco ed è assurda!
    Per il duca, mah mi sembra un bel po' immaturo! Ho conosciuto anche io persone per cui sin da subito sembrava volessero sposarti, e me la sono fatta alla larga perchè mi sembra sviliscono i sentimenti! Che dirti, sfrutta il periodo per scrivere di più! E' bello leggerti! Ciau

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    1. Grazie! Ultimamente il tempo non manca e spero di riuscire a farlo :)
      Una mia amica sostiene che la lunghezza dei capelli dipenda (anche) dalla nostra forza... pensiero interessante. Per quanto riguarda il lavoro, ora come ora non sono del tutto abbattuta ma ho scoperto che molto miei ex compagni già lavorano e questo è un po' scoraggiante...
      E purtroppo il duca era proprio una di quelle persone.
      Uffa!
      Però scrivere mi risolleva l'umore :D

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  2. No ma le foto, LE FOTO. Mi uccidono sempre. "Una terribile visione degli anni che ci aspettavano. Io sono quello a destra col cappello". :D Muojo!
    Dai Carota, non arrendiamoci :*

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    1. XDDD
      Ad un certo punto ci ho pensato davvero purtroppo. Gliel'ho anche detto e il duca ha riso e ha risposto "ahahah è vero!"
      Sob
      :*

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