venerdì 7 febbraio 2014

universo aleatorio, universo di entropia

Buongiorno mio fedelissimo popolo della rete. Eccomi reduce dalle prime due settimane di lavoro. Nonostante in questi primi giorni di cose ne siano successe molte, non ho ancora deciso se quest'universo aleatorio ed entropico che è il lavoro freelance, mi piaccia oppure no.
Certo è che prima di venerdì scorso, complice anche una pms parecchio aggressiva (io non credevo a queste cose e invece...), somigliavo più ad una gorgone incazzata che ad un essere umano. Ma cattivo umore a parte, lo stato di creatura semi umana dall'aspetto poco rassicurante ben si addice ad un lavoratore autonomo alle prime armi e, visto che ho intenzione di tirare le somme con un bell'elenco dei pro e dei contro, tra poco spiegherò anche il perchè.

Le cose belle dell'essere - di fatto - una freelancer

1 - Non hai orari. Potersi alzare alle otto, nove, dieci, undici, dodici, mille del mattino è una meraviglia! Di fatto decido io quando iniziare e posso gestirmi il tutto come meglio credo, pur rispettando i limiti delle consegne. Quindi posso pianificare di lavorare ddici ore in un giorno, se ho altre cose da fare il secondo.

2 - La strada per arrivare al lavoro è decisamente corta. Niente code, niente folla, pioggia e traffico ma solo quattro scarsi metri da fare, rotolando dal letto alla scrivania. In pratica il percorso opposto a quello fatto dai vestiti che, dalla poltrona vengono ricacciati a caso sul letto.

3 - Assenza totale di dresscode ovvero possibilità di lavorare in totale comodità, con fascia e rollini,
occhiale e tuta. In pratica uno schifo, ma a volte il buon gusto di conciarmi da persona normale (specie se sono uscita la mattina e quindi mi ritrovo già i vestiti addosso) l'ho anch'io.

4 - I clienti - pochi - ti trattano come una persona seria, permettendoti anche di decidere sui preventivi. Sebbene io stia cercando di diventare materialista e venale, su questo punto dovrei lavorarci un po'...

5 - Sconfinata cultura cinematografica. Uditiva più che visiva, ma lavorare guardando l'intera filmografia di Mel Brooks non ha prezzo!!!


Le cose brutte dell'essere - di fatto - una freelancer

1 - Non hai orari. E come spesso accade, sai quando inizi ma non quando finisci. Non timbrando un cartellino ed essendo io una colossale testarda, mi capita di spegnere il computer alle due di notte, nonostante sia dalle dieci e mezza che ripeto a me stessa "Oggi hai fatto abbastanza, pazzeggiare un po' non ti porterà all'inferno'".

2 - Lavorare dentro casa è estraniante e a volte manca lo stimolo di vedere facce e conoscere persone.

3 - La sindrome da sciame. O da ingorgo. In pillole, se un giorno hai da fare, sta pur sicura che QUELLO sarà anche il momento in cui tutti gli altri committenti decideranno di farsi sentire. Con insistenza. Al contrario, se la lungimiranza ti consiglia di tenerti libero il pomeriggio, o l'intera giornata seguente in attesa di nuove istruzioni, riceverai una telefonata in cui lo stesso committente preferisce "aggiornarsi a lunedì". Lo stesso lunedì in cui avrai di sicuro VENTORDICI consegne, e in quel momento penserai "Ma non potevi dirmelo venerdì scorso, pezzo d'idiota, che ho passato tre giorni a trastullarmi???". Equilibrio, questo sconosciuto.
Volendo vedere le cose in grande, questo grave problema ha fatto si che da febbraio io abbia quattro lavori tutti insieme ed è molto probabile che, com'è stato a settembre, ottobre, novembre e dicembre, io torni nel meraviglioso mondo della disoccupazione non appena scadrà il contratto da stagista.

Dopo aver steso questa lista con estrema attenzione, posso dedurre che i pro sono maggiori dei contro, quindi di fatto la conclusione è che il lavoro mi piace. Per ora problemi come lo scarso guadagno o comunque l'impossibilità di prevederlo non mi sfiorano ancora. E' già tanto aver tenuto in mano cento miseri eurini (quarantacinque dei quali finiti in mano ad un ladro dal volto sconosciuto al quale auguro di MORIRE SOFFOCATO ASCOLTANDO ITALIA AMORE MIO), quindi ad ora tutto ciò che arriva è grasso che cola.
Se poi le cose dovessero ingranare davvero, penserò in grande, per ora mi godo il periodo, tanto lo sappiamo tutti che a maggio finirò di nuovo in una pozza grigia di ozio e tristezza.
Ma a quel punto...


Non serve aggiungere altro!



6 commenti:

  1. Io non credo riuscirei a lavorare a casa...per me il solo fatto di dovermi alzare e sapere di dover uscire di casa è un buon motivo per cominciare la giornata seriamente, se invece so che devo rimanere a casa potrei perder tempo a cazzeggiare...e infatti quando studiavo andavo appositamente per questo in biblioteca, docciarmi, vestirmi e uscire, mi aiutava a concentrare le energie e dare il meglio di me! ;-)

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    1. Guarda, io sono stata abituata da tanti anni all'università, a me di fatto accadeva il contrario, quando andavo in biblioteca finivo per non studiare perchè tra una cosa e l'altra ero a chiacchierare con le amiche, mentre in casa - forse anche essendo figlia unica - ho sempre trovato i miei spazi. Per fortuna il frigorifero non rappresenta una luce da seguire nei momenti di sconforto. I problemi sono altri, tipo mio padre che quando attacca a parlare--- chi lo ferma?

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  2. io lavorerei da casa solo per evitarmi i mezzi...

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    1. Ahahahah io invece lavorerei fuori solo per poter leggere sui mezzi! XD

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  3. ...ti diròe sottotto ma anche fori fuori e sopra sopra, il lavoro da free lance mi affascina oltre ogni dire...
    anche se, ultimamente, ho imparato ad apprezzare l'esistenza dei miei clienti, e queindi, forse, mi mancherebbe un tantinello il contatto umano

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    1. A me il contatto umano manca tantissimo! Purtroppo non ho ancora i soldi per permettermi uno studio né una scrivania in coworking in nessun posto ma è la prima cosa che farò non appena sarà possibile... odio stare tutto il giorno a lavorare in solitaria...

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