Ieri la Ci ha finito gli esami.
Non sarebbe un evento degno di nota se non stesse accadendo a tanti, tutti insieme e, solo adesso, mi rendo conto di cosa questo significhi.
E' vero, la Nisba e altre quattro ragazze del nostro gruppo sono già dottoresse meravigliose (e precarie) da quasi un anno, ma ad aprile, la stessa sorte (la laurea, il precariato no, si spera) toccherà ad altre sette persone, peraltro tre omonime, quindi trovo appropriata l'eccitazione, mista ad un pizzico di sconforto.
E' un'epoca che si conclude. Sono stata la prima a laurearmi e adesso, che anche gli altri sono alla fine, devo convincermi che forse è giunta l'ora di abbandonare il nido una volta per tutte, quel posto caldo che da fuori sembra così brutto e ostile, ma dove trovo sempre un rifugio quando di andare a scuola proprio non se ne parla, un volto amico con cui trascorere momenti piacevoli e il ragazzo del lavoratorio d'informatica che, pochi giorni fa, mi ha anche lasciata riposare in pace, accogliendomi al risveglio con un sorriso: "L'aula chiudeva mezz'ora fa, ma eri così carina che ti ho lasciata dormire".
Quando ho conosciuto la Nisba, la Q e le altre, ero agli sgoccioli: di esami me ne mancavano tipo due o tre ma, galeotto fu l'amore per le fanciulle, complici anche le disordinatissime vacanze di natale, fatto sta che gli esami me li portai dietro fino a maggio, laureandomi a giugno, con due mesi di ritardo. Poco male. Giorni spesi al meglio, perchè con loro fu amore a prima vista. Le formalità tra noi non sono mai esistite. Tre giorni di chiacchiere fitte in mediateca e siamo uscite la prima volta. Tutte donne, che si fa? S'improvvisa l'addio al nubilato di una di noi, s'imbasstisce il discorso della testimone, amica della futura sposina "fin da quando muovevano i primi passi" (leggi: da due mesetti scarsi), e si rimedia anche un cocktail offerto da un gentil signore, solo alla sposa però, perchè offrirlo a tutte sarebbe stato dispendioso.
E dopo quella prima uscita, tutti i fine settimana insieme, mi dimentico alla svelta la rottura col mio ex e inizio ad amare l'università, l'aula studio all'ultimo piano e le interminabili pause sigaretta. Arrivare sola con la sicurezza di trovare un sorriso era qualcosa che, per due anni mi era mancata. Adesso invece, infiniti scambi di confidenze, un capodanno da organizzare, e se qualcuno non c'è, ci si vede al ritorno... organizziamo u porta e mangia, stretti stretti a casina di Electric Suzy e, quando siamo abbastanza brilli, si gioca ai mimi... "Giulietta degli spiriti" diventa "Ti guardo mentre limoni", alla fine studiamo cinema, siamo menti artistiche, noi!
Ma allora... perchè non andare in vacanza insieme, quest'estate?
Ho capito quanto loro mi amassero, dopo la festa per i miei 23 anni, dopo aver promesso un sabato danzante e mascherato, ed essere rimasti fuori al freddo perchè il locale ("Tranquilli ragazzi, è enooOoorme!"), tempo mezz'ora ed era strapieno.
"Tranquilla Tuberina, abbiamo già organizzato un altro compleanno collettivo" per me e altri due, aprendo così le danze al liso - losa - te velde.
Pian piano e con fatica, arriva anche la mia laurea. Ho discusso solitaria, all'alba, ma il voto l'hanno sentito quasi tutti, perchè uno alla volta sono arrivati, un po' delusi per non aver ascoltato il resto (effiguratevi io... graaaaaaaaazie!).
E poco più tardi, le vacanze in Corsica. Un treno in fiamme, ma siamo vive, un'isola quasi deserta, ma siamo in dodici. I nostri aperitivi iniziano alle sei del pomeriggio e fino alle due ce n'è per tutti. La Ci che, dopo almeno dieci partite, non ha ancora capito che l'assassino è l'asso di quadri, ma come parla lei il bresciano, ok, forse con un piccolo aiuto da parte di un buon vino corso... Interminabili partite a scopone e al gioco degli insulti, che vi risparmio, insieme a quelli lanciati dai nostri vicini svizzeri, la prossima volta giocheremo quando ancora splende il sole.
Fino ad oggi, nonostante di dottori ce ne siano stati altri, non ci siamo ancora persi di vista.
Dopo quel funesto test d'ingresso per le ciniche, è stata la Q a consolarmi con gossip e tè per affogare ansie e dispiaceri, quando è giunta la risposta, ho brindato con una cioccolata e 075 ad abbracciarmi. La cena di natale in famiglia era con tutto loro, a base di gyros e tzatziki.
Non so, mancano ancora tre mesi, non credo che, trascorsi questi, smetteremo mai di vederci, almeno lo spero tanto. Chi cerca lavoro, chi un lavoro già ce l'ha e chi, come me, ne avrà ancora per due anni, il tempo è sempre meno, ma comunque abbastanza. Intanto domenica ci vediamo tutti insieme, poi attendiamo le feste di laurea e tra un mese è il mio compleanno... ce n'è abbastanza per l'ennesima prova d'amore.
Ma stavolta non rischierei...
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