mercoledì 13 luglio 2011

Fauna metropolitana

Non vedo abbastanza per poter guidare. Però, anche potendo, credo che non prenderei mai la macchina per uscire a Milano nell'ora di punta (che in questa città significa più o meno OGNI ORA DEL GIORNO).
Sono un'affezzionatissima frequentatrice della metropolitana e credetemi, ogni giorno che passa rimango sempre più stupita davanti agli atteggiamenti delle persone.
Che l'italiano medio non sia esattamente famoso per il suo acume è cosa più che nota, ma a volte tendo a non dare troppo peso alle generalizzazioni e svaglio, perchè il più delle volte si rivelano ben fondate.
La metropolitana poi è abitata da una fauna indistinta che la noncuranza mi porterebbe ad archiviare sotto la svoce di "Teste di C***", ma la mia natura da ortaggio inacidito tende a catalogare questa fauna in sottogruppi cosìì denominati:

 - QUELLO CHE VUOLE CRESCERE: solitamente lo si trova nei vagoni più affollati, di fronte ad un posto a sedere vuoto per miracolo. Pur avendo la meravigliosa e rara opportunità di sedersi, questo strano essere preferisce non coglierla, rimanendo in piedi ad occupare spazio e impedendo a chiunque di occupare quel posto vuoto, perchè i suoi piedini sono ben piantati lì davanti, come se facesse la guardia al sedile. E' frequente trovarne più di un esemplare in un solo vagone...

 - LO SPANDONE: attenzione, non si tratta di un esemplare di corporatura generosa. Se così fosse, non sarebbe certo colpa sua. Il vero spandone è colui il quale trova i confini del proprio posto torppo stretti, decidendo di invadere i tuoi. Il cappotto gli vola ovunque, la sciarpa ti finisce in faccia, siede a gambe spalancate e legge il giornale con le braccia belle larghe, probabilmente per godere di una buona panoramica. Tu, per conto tuo hai due possibilità: stringerti nel tuo angolino in silenzio oppure incominciare a spingere per far spazio ai gomiti...

 - LO SPAESATO: probabilmente è un autoctono ma, mentre il corpo cresceva e invecchiava a Milano, la sua testa viveva tra le nuvole, impedendogli così di apprendere le nozioni basilari. Costruisce il suo nido davanti alle portiere del vagone, oppure ama appollaiarsi al palo, ma sempre il più vicino possibile alle porte. Tuttavia ignora che a Milano esistono fermate cosiddette di scambio, dove la gente di solito sale e scende a fiumi perchè in prossimità di un'altra linea o di una stazione. Mentre tu ti fai largo per scendere, lo vedi arrotolato al palo e intendto a farsi i cavoli suoi. Non ti poni nemmeno il problema di chiedergli "permesso", perchè sai che una tale rilassatezza è dovuta al fatto che presto anche lui scenderà... no? E invece no! Rimane lì fermo mentre gli altri si divertono a prenderlo a gomitate, a volte borbotta tra sè con fare lamentoso, altre volte invece ti guarda stupito e ti chiede se per caso tu debba scendere... nono... volevo solo guardare il vetro da vicino! mah...

 - QUELLO AFFETTUOSO: a lui non interessa chi tu sia, da dove tu venga, se il vagone sia pieno o vuoto. Quel che vuole è solo starti vicino. Nonostante abbia tutto lo spazio del mondo, lui ti si attacca. Tu ti sposti, tanto c'è spazio, magari indietreggi, lui sente il vuoto e lo riempie col suo corpo. Tu allora indietreggi ancora un po' ma lui, sentendo la tua mancanza, ti viene immediatamente a cercare. Risultato: sei spanato contro la porta, con il libro spiaccicato in faccia o, in casi peggiori, coi suoi capelli nel naso...

 - L'AMLETO DELLA METRO: probabilmente spaesato davanti a tutto lo spazio che offre un vagone quasi vuoto, entra con lentezza, valutando accuratamente dove e come posizionarsi. Tu sei dietro di lui e, nella migliore delle ipotesi rimani in piedi perchè nel frattempo tutti i posti sono stati occupati da gente più lesta... nella peggiore rischi di rimanere incastrato alle porte.

 - IL TIMIDO: La metro lo spaventa, devono avergli raccomandato di non addentrarsi troppo in quell'antro oscuro. Così decide di rimanere in superficie, di occupare lo spazio davanti alle porte, senza andare troppo in fondo. Quella dell'antro oscuro è una leggenda che va forte, la devono aver raccontata a molti, infatti son ben pochi gli impavidi che s'addentrano nei pressi dei sedili, dove di solito c'è più spazio. Io che son tra questi lo so bene, come ben conosco gli insulti che i timidi son soliti lanciarci, perchè "spingiamo"...

 - IL BOLSCEVICO: questo esemplare sfoggia i suoi istinti primordiali (o la sua ideologia politica) sulle scale mobili, dove troneeggia fiera la scritta "TENERE LA DESTRA", perchè l'altro lato andrebbe lasciato libero per chi magari va un po' di fretta. Ma un vero bolscevico va sempre a sinistra e non sarà uno stupido cartello a far vacillare i suoi valori. Così si piazza sul lato libero, magari a chiacchierare col vicino, bloccando il passaggio ad una folla di milanesi affrettati...

Ecco, questi i meno rari, ma credetemi, vi è un'ampissima gamma di esemplari dalle mille sfumature su cui proporrei un approfondito studio sociologico.
Senza dimenticare la categoria autisti. Anche su di loro ci sarebbe molto da dire. Il mio preferito però è in assoluto l'AUTISTA COL RINCULO, quello che non frena alla fermata ma cento metri più in là perchè si è accorto all'ultimo della tua presenza...
Ma... non mi avevi visto o pensavi che fossi qui a farmi pungere dalle zanzare?

5 commenti:

  1. Ahaha, è anche più bello di quanto pensassi questo post, ti adoro! XD

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  2. Bellissimo questo post, hai colto le differenze che davvero ci sono tra le persone.

    Un abbraccio

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  3. Sfortunatamente la sotoscritta sembra essere inseguita dai timidi e dagli amleti del metro pgni volta che la prende (...e quindi almeno due volte al giorno...).
    Solitamente mi consolo dicendomi e convincendomi del fatto che non sono di Milano, non è colpa loro, poveri villici...
    XD

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  4. Poveri villici? XDDD vero!
    Ho scordato di citare il RUGBISTA con la TENUTA DA SOMMOSSA ma di solito quella sono io... risolve molti problemi

    Grazie Kilye! un abbraccio a te

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  5. Muahahahahahahahahahahahahahah cherrrrrrrridere. xDDDDDD

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