lunedì 31 ottobre 2011

Once upon a time we had brains

Poi qualcuno inventò la calcolatrice.  E ora chi li sa più fare i calcoli in colonna?
Migliaia di anni fa il nostro naso era simile a quello di una scimmia ma trascorrendo molte ore a pelo d'acqua, sviluppò la sua forma sporgente per impedire all'acqua di entrare nelle narici e ostruire le vie respiratorie.
L'australopiteco si evolveva, l'homo informaticus inventa macchine che lavorino per lui.


Ogni volta che la tecnologia sforna qualcosa di nuovo, tutto ciò che è stato prima viene cancellato dalla nostra memoria, gettato via quando solo ieri riponevamo in esso tutta la nostra fiducia, sentendoci persi qualora quel qualcosa fosse venuto a mancare. Carta e penna, queste sconosciute, ormai le uso solo per prendere appunti. O per disegnare...
Un tempo, per comunicare venivano utilizzati i segnali di fumo, più tardi i nostri messaggi vennero affidati ai piccioni viaggiatori (lasciamo che lavorino per noi), e via così fino al giorno in cui, più o meno verso la metà dell'800, venne inventato il citofono e, come dissi qualche mese addietro, ripenso con nostalgia ai pomeriggi in cui l'amico di turno passava a suonare ricordandomi che era ora di scendere in cortile. Poi va beh, per chi abitava più lontano, il telefono faceva giusto al caso ma, nell'eventualità che qualcuno trascorresse molte ore fuori casa, i cellulari funzionavano ancora meglio! Io ho dovuto attendere fino ai quindici anni per averne uno. Mia cugina mi diede il suo numero che di anni ne aveva undici. Non che la invidiassi: l'ansia dei miei genitori cresceva esponenzialmente giorno dopo giorno: "Dove sei? Cosa fai? Quando torni? Come mai non hai risposto"? "Mamma ero in aula ad ascoltare l'esame della mia amica, hai beccato la mezz'ora sfigata, era il caso di chiamarmi otto volte"??? (giuro che è successo)
Arrivò così il 2008, l'anno in cui venni introdotta nell'azzurro mondo di Facebook. All'inizio avevo tipo 10 amici (e mi sentivo una PR!), lo usavo solo per giocare e qualche volta caricavo una foto. Ci ho messo sei mesi a capire come funzionassero i messaggi collettivi, per colpa della mia incapacità mi son persa pure un paio di cene organizzate dalle compagne universitarie ma dopo un po' ci ho preso la mano. Ora di amici ne ho qualcuno in più ma alla fine quelli che sento son sempre gli stessi.
Sempre della serie "torniamo indietro all'età del ferro e citiamo cose di nessun interesse", una sera quest'estate, la mia coinquilina londinese tirò fuori una discussione interessante, facendo notare come fosse cambiato l'approccio amoroso tra ragazzi: se un tempo conoscevi qualcuno di interessante ed eri abbastanza spigliato, dopo aver chiacchierato per un po', il passo successivo era chiedere il numero di telefono. Oggi la conversazione è seguita solo dai saluti, raramente si pongono domande e, una volta a casa, si apre facebook in cerca del profilo della persona in questione. Nessun imbarazzo, tantomeno il timore di un rifiuto. E anche nel caso in cui la conversazione non fosse avvenuta, è sempre lecito chiedere l'amicizia a qualcuno... chiedere il numero di telefono richiede un po' di coraggio alla fine.
Quel social network è così comodo da rendere inutile iil più tecnologico degli smartphone.
Perchè facebook è gratis, ormai ci siamo tutti, quindi tanto vale comunicare direttamente da lì, si fa prima e costa meno. Tutto vero, basta mantenere un equilibrio, dare il giusto peso alle cose senza perdere il senso della realtà.
Peccato che a volte accada esattamente il contrario. L'altro giorno ad esempio, quando l'uscita di un'"amica" ha confermato queste teorie covate da mesi.
Senza entrare nel dettaglio dei fatti (altrimenti qui si rischia la sublimazione dei lettori), diciamo che costei affermava che io fossi sparita, motivo che le aveva impedito di aggiornarmi sui dettagli della cena previssta per la serata.
SPARITA???

WTF???
Non so voi, ma io ero rimasta all'antico significato della parola, ovvero non rispondere al cellulare per tre o quattro volte di seguito, ignorando eventuali messaggi e, qualora arrivasse una telefonata sul telefono fisso, lasciare i genitori senza alcuna informazione da dare alla persona dall'altro capo del filo. E quando mai. Io ero a casa, nella mia cameretta a guardare un film. Il telefono appoggiato sul comodino non ha dato segni di vita per tutto il pomeriggio. In tutto questo, ho dimenticato di dire che la pagina di facebook era chiusa. Offline, non sparita. OFFLINE. Ma ce l'hai il mio numero, pezzo di idiota??? E allora perchè non mi telefoni, prima di chiamare la polizia e mettere la mia foto sui cartoni del latte?

Dai!

4 commenti:

  1. ahahahahhaah

    comunque è vero .... anche io fb lo uso per tutto.... ho la mia parrucchiera, la mia estetista il mio dentista su fb... i miei appuntamenti li fisso così in maniera informale.....

    però è vero... soprattutto all'inizio c'era gente che pensava che fb fosse lo specchio della vita reale.... e se uscivi dovevi subito mettere la foto per far vedere che tu sei figo... hai tanti amici ed esci a farti le serate fighe.... non si poteva fare niente più in tranquillità che eri bombardato da 3000 flash che poi ti venivano taggati sul tuo profilo.... fortuna che ora anche facebook è diventato banalità e si può finalmente rifare le uscite tranquille

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  2. bussolaaa!
    che bello un tuo commento dopo tantissssimo tempo! come stai cosa fai, gli auguri te li ho già fatti ma li rinnovo qui :)
    Ma guarda, oltre a tutto ciò che hai scritto tu, il brutto era non poter nascondere nulla di quello che facevi. Evviva lo stalking. ora c'è anche la funzione "places" che mi inquieta non poco...mi chiedo sempre a chi possa fregare dove sono e con chi...

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  3. Brava. Sempre la solita. Sparisci dalla faccia della terra.
    E non farmi contare tutte le volte che ho dovuto chiamare la squadra cinofila per ritrovarti.
    Mwhahaha
    LaQ

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  4. La cinofila? XDDD
    Mi mancano i tuoi "E semettila di far finta di studiare, CONNETTITI!"

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