mercoledì 26 settembre 2012

Non ho ancora trovato un titolo che renda l'idea...

Per la stesura di questo post va ringraziato caldamente Maurizo Crozza. Avevo già in mente cosa scrivere ma guardare l'intero di Ballarò mi ha dato spunti interessanti.

Pariamo dal presupposto che viviamo in un paese di merda. Prima di tutto ciò, partiamo col presupposto che in questo periodo io mi lamento. Poi ritorniamo alla nostra schifosissima Italia. Come ricordava il buon Maurizio, è legale che in Italia la Minetti guadagni come il segretario generale dell'onu quando gli stipendi degli statali sono fermi agli anni cinquanta? Certo che si. Perché siamo noi i primi a permettere che questo e molto altro ancora accada, rimanendo a guardare, alzando e riabbassando le manine lungo o fianchi. Eh, è così.
Ora, entriamo più nello specifico, non essendo mia intenzione analizzare i problemi del paese. Non da un punto di vista generale, preferisco parlare di ciò che conosco e che mi tocca in prima persona. Già vi dissi che il mio, per quanto si possa definire tale, è un lavoro di merda. già vi parlai della mia insoddisfazione. Ma se prima mi riferivo a questioni più generali, ora vorrei rendervi partecipi di un paio di aneddoti interessanti, causati semplicemente dalla mancanza di cojones miei e delle persone che mi circondano.
Tanto per darvi un'idea, prendendo la faccenda alla lontana, noi studiamo in una struttura pensata per un numero di studenti pari a settanta. Avendo introdotto un primo anno teorico con laboratori pratici, il numero di studenti previsto per quest'anno sale al triplo. Nonostante gli incastri (le lezioni teoriche si svolgono altrove, in una sala conferenze dove ho perso un anno della mia vita nonché la vista e la dignità... ), il mercoledì ci troveremo per forza di cose a condividere gli spazi con un numero di studenti ben superiore all'offerta degli spazi. L'anno scorso, qualcuno di noi fece presente la questione a chi di dovere, ponendo la domanda in modo errato. Nel peggior modo possibile oserei dire.

"L'anno prossimo, quando ci saranno i compagni del primo e secondo anno, dove andremo a fare lezione"?

Dove andremo noi?????
Dove andranno LORO. Noi la nostra auletta ce l'abbiamo. Lavoriamo lì da un anno e i nostri lavori sono salvati sui computer. Perché dovremmo essere NOI a levare le tende? Già il fatto che tu presupponi di dover lasciare il posto a qualcun altro, nonostante quel posto ti spetti di diritto, dimostra come tu ti ponga da solo in una posizione d'inferiorità. O tiri fuori le palle e ti fai valere (come tutti del resto) oppure evita di lamentarti perché ti senti bistrattato come nemmeno l'ultima ruota del carro.

(tra due settimane vi dico dove ci hanno relegati. Già sapete che per fare posto ai nuovi soggetti hanno pensato bene di cacciar via i musicisti, nostri compagni di sigaretta e riserva non esauribile di uomini dal bell'aspetto. Da parte di tutte noi, GRAZIE! fuck)

Ok questo è il preambolo.
Ora mettiamo che una nota rete televisiva, per conto di un ente pubblico italiano abbia deciso di contattare la nostra scuola per la realizzazione di una serie televisiva. Avendo coinvolto diverse figure professionali, il responsabile alle attività ha pensato che sarebbe stato carino coinvolgere anche la nostra classe per la realizzazione di alcuni contributi grafici. Tralsciamo il fatto, anzi, non tralasciamolo... precisiamo che le stesse persone ad essersi lamentate perché "non ci coinvolgono mai, non ci vogliono bene, sigh sigh..." sono state le prime a rifiutare l'incarico perché "è estate, voglio andarmene al mare", quindi abbiamo finito per accettare in sette e lavorare in cinque, sacrificando non l'estate ma sabati, domeniche e pomeriggi a random. Ma a metà giugno, grafica fu!
Accade però che, durante la lavorazione, viene toccata la questione contratti ed eventuale menzione nei titoli di coda. Veniamo a scoprire che gli studenti coinvolti sul set (quindi tutti tranne noi), lavorano - gratis - con regolare contratto da stagisti e per questo, il loro nome comparirà nei titoli di coda. Noi, che un contratto non lo abbiamo, siamo abbandonati al nostro destino. Informandoci scopriamo che i suddetti contratti sono stati emessi per una semplice questione assicurativa e, non potendo incorrere in infortuni di alcun tipo, noi ne siamo stati esclusi. Se l'IMac ci casca sul piede son cazzi nostri. E allo stesso modo saran cazzi nostri dimostrare che quella meravigliosa grafica è opera nostra. Tre di noi si limitano a tirar su col naso, con espressione rassegnata. Io mi incazzo come una iena, CdS (già, poteva forse mancare?) s'incazza più di me ed, essendo lei il canale preferenziale con la produzione, s'appresta a cazziare chi di dovere, ottenendo la tanto agognata menzione. I nostri nomi ci sono. Grazie CdS, sarò lieta di rivolgermi a te per la questione che segue.
Appunto. Perché non è mica finita lì. Prima che il lavoro vero e proprio avesse inizio, ci era stato chiesto di realizzare un concept per dare un'idea di come volessimo procedere dal punto di vista grafico. Ognuna di noi ha presentato il suo e (gioia et gaudio), il mio la spunta su tutti. Ovviamente abbiamo dovuto lavorare su una scenografia ex novo essendo cinque le scene. Del mio disegno non se ne sa più nulla. A volte, per convincermi dell'accaduto, lo riguardavo, complimentandomi con me stessa per la bravura. Fine.
L'altro giorno, guardando su Facebook, finisco per caso sulla pagina del programma. E indovinate che immagine vedo come copertina? Si esatto, il mio meraviglioso paesaggio, con i miei fiori, il mio tram, i miei cespugli. Ovviamene non ne sapevo nulla. All'inizio mi ha fatto quasi piacere, poi ho riflettuto: 
 - in primo luogo, nessuno mi aveva chiesto nulla
 - in secondo luogo, non c'era scritto da nessuna parte chi avesse realizzato quell'immagine
 - in terzo luogo, pubblicare una foto su Facebook equivale a lanciare un corpo in pasto agli squali. Ognuno può farne ciò che vuole.
Perché dovrei lasciare che tutto questo accada? Ora, prima di sollevare un polverone fermiamoci e respiriamo. Stavolta si tratta di una bozza, un lavoro nemmeno troppo importante che però a qualcuno dev'essere piaciuto. Ma sorvolare su una cosa del genere mi da da pensare che un domani chiunque possa mettere le mani su qualunque cosa io faccia e non vedo perché il mio lavoro debba essere svenduto. Ovviamente in tutto ciò io non ho la più pallida idea di quali siano gli accordi presi con la rete televisiva e con l'ente, ma ho intenzione di chiarire la cosa. Il che non significa per forza sollevare un polverone, semplicemente fare quattro chiacchiere e capire cosa sia successo. Quantomeno per evitare uno sfruttamento futuro visto che, a giudicare dalla rassegnazione che mi circonda (ricordiamo la questione aule?), qui si fa presto a calpestare chi fa un lavoro come il mio, semplicemente perché lasciamo che questo accada. 
Ma un filo d'amor proprio?

5 commenti:

  1. Non mi dici nulla di nuovo purtroppo. A me sono successe cose molto simili: ho lavorato per mesi su un progetto per i 150anni d'Italia in "incognoto", dato che un contratto ce l'avevo ma per un altro progetto su un film d'animazione che IO non ho mai toccato, il nome sul progetto dei 150 anni invece l'hanno avuto gli stagisti che come me lavoravano ad entrambi i progetti ma senza contratto.
    Alla fine mi sono licenziata (anche in malo modo) perché non sopportavo più questo genere di schifezze, ho aspettato MESI per avere il materiale che avevo prodotto e poterlo mettere sulla reel (rimasta sotto accordo "blindata") perché volevano che tutto rimanesse "segreto" fino alla pubblicazione del sito dello studio e poi... surprise: il mio Mattepainting è in homepage... ovviamente del mio nome (e di tutti gli altri collaboratori) neppure l'ombra.

    Come vedi storie già sentite e già viste, io mi sono incazzata ma probabilmente ora non lavorerò più in quel campo, non in questo paese, per lo meno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che schifo. Più simile di quanto pensassi.. per fortuna il materiale ce l'ho e posso inserirlo nel reel. Ovviamente sono sfiduciata e sto valutando seriamente di andarmene appena posso...

      Elimina
  2. La Terra dei cachi riserve sempre sorprese piacevoli.
    Tu che sei giovane e di belle speranze, ascolta un vecchiardo: fatti un bel giro in Australia, che è un posto dove si ha l'impressione di poter davvero iniziare qualcosa - oltre che fantastico -. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, secondo me, come ho scritto sopra, il problema esiste perché siamo in molti a lasciare che esista... Un giro in australia o all'estero (come scrissi anche sopra)me o farei volentieri ma se potessi rimanere qui e cercare di cambiare le cose?... mah

      Elimina
    2. Amiga Carota, dici bene.
      Il problema è che non ci faranno cambiare niente, almeno per vie comunemente accettate dalla società.
      Andarsene è una sconfitta anche nostra, è vero, ma dici che restare e rischiare di finire come i rivoluzionari che poi non fanno altro che prendere il posto dei loro predecessori sia meglio?

      Elimina