martedì 7 maggio 2013

Ho un sogno: avere un sogno

Dopo mesi di duro lavoro, ore di sofferenze, pianti, crisi isteriche, attacchi d'ansia (ebbene si), pilotine di valeriana, (ri- ebbene si) posso dire di essere a buon punto con la tesi. Nonostante la fine sia ancora lontana, intravedo finalmente LA LUCE! Tuttavia non si può dire che mi senta realizzata, o che al termine di tutto ciò possa dirmi soddisfatta, specialmente quando mi sento dire che ciò che sto facendo vale meno di una laurea. Perdipiù quando queste parole arrivano da qualcuno che per mesi mi ha vista chiudermi in casa, trascorrere tutte (o quasi) le mie domeniche a lavorare davanti a uno schermo, vacanze e giorni di festa inclusi. Sorvolando i pareri di chi pensa che imparare un mestiere abbia meno valore del sudore sui libri, il peggio deve ancora arrivare.
Quando ripenso al fatto che la tesi di per sé non sarà una, ma di fatto si tratterà di tre cortometraggi, mi ricordo che, a parte quello personale e il secondo, ormai archiviato e a mio parere splendido, il terzo è ancora in preparazione, scricchiola e su ogni singola scena si vede chiaramente la mano di un animatore diverso. In conclusione (almeno per ora) è una cagata pazzesca. Del resto lo dissero anche della Corazzata Potemkin, quindi spero che qualche intellettualoide sedicente postmodernista, seguito da una mandria di pecore, ci trovi del bello e lo innalzi a capolavoro incompreso dell'animazione italiana. Per ora, resta uno schifo.
 - La sensazione è che siate una mandria di fancazzisti.
La fonte è la stessa e come sopra, avrei qualcosa da obiettare: in primis perché chi parla sa benissimo CON CHI sta parlando, in secondo luogo perché sempre chi parla, a parte conoscere me, lo fa per sentito dire. Appunto, è una sensazione. Non del tutto errata, oserei dire, ma perfettamente applicabile solo a un paio di elementi su un gruppo di dieci. Poi certo, la maggior parte delle volte mi sento un'aliena, sono io l'insana eccezione, non pretendo che tutti affrontino le cose a modo mio, come potrei? Però diciamo che se io mi colloco ad un estremo e all'altro capo stanno quei tre - quattro, al centro c'è tutta una gamma di personaggi che cerca sempre di dare il meglio. 
Spiegando con calma, perché rileggendo mi rendo conto che il rischio di essere fraintesa è alto, diciamo che ormai da cinque anni mi sveglio al mattino col pallino del cinema. Adoro trascorrere le mie giornate a lavorare, spengo il mac in aula e dopo un'ora riaccendo il mio e ricomincio a disegnare, quando guardo una persona muoversi, osservo ogni gesto e immagino una possibile intercalazione tra l'uno e l'altro, sperimento, sbaglio, riprovo, mi chiudo in casa, quando potrei cazzeggiare non lo faccio e mi invento qualcosa... sono una perfezionista, sono ossessiva, a tratti insopportabile. E' passione, bella ma intravedo non poche nubi all'orizzonte, la mia vita sociale ne risentirà e potrei trovarmi davanti a scelte non semplici. Tutto ciò non è normale, non pretendo di essere circondata da persone che mi condividano appieno, perdipiù quando accanto a me c'è chi si impegna nonostante questa non sia la sua ragione di vita. Proveniamo tutti da storie diverse, quello che per me è stato un punto d'arrivo, per alcuni non è che un punto di partenza.
Una mia amica mi ha confessato di aver scelto questa scuola perché non voleva iscriversi all'università. Adesso ce la sta mettendo tutta, sta dando il meglio, nonostante quel che fa non le piaccia per niente. Ha 22 anni, io alla sua età studiavo Beni culturali e non ero nemmeno in grado di spiegarne il motivo. Mi piaceva tutto, volevo fare tutto, sono finita lì, perché? Boh. Mesi dopo ho scoperto cosa volevo fare davvero, mi sono laureata e nonostante questo, mi sono iscritta a psicologia cognitiva (o simili ma spiegarlo è complicato). Intorno a me c'erano infermiere trentenni che pensavano, parlavano, leggevano solo di psicologia cognitiva, era la loro passione e probabilmente guardandomi si saranno domandate più volte che cazzo ci stessi io a fare tra loro. Infatti dopo un mese mi sono rimessa in carreggiata e, dopo una strada piuttosto tortuosa, ho trovato il mio posto. 
A volte vorrei che a condividere questa passione fossero più di due persone, vorrei trovarmi insieme a qualcuno che non vede tutto ciò come un dovere o un obbligo, ma per ora non è così. Magari lavorando, le cose cambieranno. Per ora convivo con ragazze di 22, 23 anni. Hanno appena finito il liceo, alcune confondono ancora il ch con la k, altre iniziano ogni discussione con "Oh raga..." altre ancora credono che Gorbacev sia il protagonista di una serie tv (ok, questa è grave) ma sono giovani e di tempo per maturare, ne hanno tanto. Per ora ce la stanno mettendo tutta. Mi spiace che il film ne risenta, ma non è colpa loro. Ci stiamo mettendo tutti poca passione, alcuni (non loro) proprio per niente, trascinando così in basso quelli che un poco ci credevano ancora e quando mi si dicono cose come quella di cui sopra, ovvio che mi spiace, ma cosa posso fare? Il problema vero e proprio sta alla base: prima di tutto, io una volta questo era un corso post laurea, ora è post diploma e se da una parte è meraviglioso dare la possibilità fin da subito di mettere in pratica la propria passione per il cinema, dall'altra è alto il rischio di accettare studenti che non hanno ancora le idee ben chiare. Sono in pochi quelli che a 19, 20 anni sanno già cosa fare della loro vita. Io per prima non ne avevo idea, ma l'ho già detto. Come se non basasse, a non rendersi conto della situazione e renderla ancora più ostica ci si mettono gli insegnanti: anziché formarci per due anni, hanno deciso di occuparsi di noi per uno solo, lasciando che impiegassimo il secondo a realizzare progetti senza continuare col programma e senza un vero dialogo che spieghi ad altri insegnanti che se andiamo avanti a fare il film anziché continuare le lezioni non è perché siamo stronzi, non abbiamo voglia, non ci interessa, ma semplicemente perché ci è stato imposto! Così dobbiamo anche sopportare le battutine ironiche dei professori che ci credono disinteressati. Poi quelli immaturi saremmo noi... A complicare ulteriormente la situazione, mettiamoci pure la quantità di ore di attività autonoma in cui
 - Cosa facciamo oggi?
 - Mah ci inventeremo qualcosa
Si, mi sembra un ottimo metodo per motivare dei già di per sé dispersi studenti, altroché! 
Non so bene dove volessi arrivare con questo post sconclusionato, probabilmente era uno sfogo come tanti. Uno di quegli sfoghi che rileggendolo mi lascia tanta sfiducia e ancor più la forte sensazione di essere terribilmente vecchia... 

2 commenti:

  1. Coraggio! Stringi i denti, che poi quando hai finito, è una liberazione infinita!

    http://faisorridereancheiltuofegato.wordpress.com

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  2. Eh, lo so... guarda, ho già iniziato il countdown... :)

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