giovedì 8 dicembre 2011

And then you go and spoil it all by saying something stupid like Alùra! Pt 1.

Credo sia giunto il momento di tirare le fila, perchè ieri, se siamo fortunati, si è finalmente conclusa una delle situazioni più lunghe e travagliate in cui mi sia mai trovata. Penso che un paio di riflessioni siano necessarie.
Tutto ebbe inizio in una calda sera d'agosto 2010, mentre cenavo con amici e sconosciuti che sarebbero diventati amici da lì a poco, S. decise che aveva tanta voglia di chiacchierare con me. E io con lui. Così, dopo avermi offerto un bicchiere di vino, aver scambiato due battute, il fanciullo dimostrò anche una lieve vena d'interesse nei miei confronti, ma già che le mie amiche stavano andando verso la spiaggia, gli feci capire che le cose potevano tranquillamente finire lì. Ai tempi ero anche fidanzata con King of Carrot Flowers, sebbene le cose non andassero bene, quello che non sapevo era che l'avrei lasciato in capo a due giorni, ciò di cui invece ero sicura, era che S. non sarebbe stato un candidato sostituto papabile.
Lo rividi verso le cinque del mattino, quando mi salutò con un cordiale

"Buonanotte stronza!"

prima di tornarsene a casa sua, sui colli emiliani.
I giorni passarono, io tornai single e, scartando la rischiosa ipotesi di chiedermi il numero, S. mi trovò su facebook. Bypassando il mio fastidio (è già abbastanza nota la mia avversione per questo atteggiamento, visto che lo trovo una scorciatoia troppo semplice), iniziammo comunque a ssentirci. O meglio, lui si faceva sentire. E se ricevo un saluto cordiale, di certo non rispondo con gli insulti. Col trascorrere dei mesi, la cosa si rivelò più piacevole del previsto, S., nonostante l'inizio scricchiolante, si rivelò una persona piacevole, intelligente, sensibile e interessata ai miei deliri. Artistici o di qualsiasi altro tipo. Insomma, l'avevo giudicato troppo in fretta.
Arriviamo così al giorno del mio compleanno. Io, che di solito certe cose tendo a tacerle, con un elegante ritardo decennale, stavo attraversando quella fase che di solito una persona "normale" sperimenta a quindici anni. enza troppi preamboli, io e S. finimmo aggrovigliati su un divanetto, a ridere e vbaciarci come due adolescenti.
La mattina dopo, senza alcun motivo apparente, mi svegliai alle otto, con un sorriso a trentasei denti e una faccia da ebete di cui non mi sarei liberata così in fretta. Attribuii tutto il merito (o la colpa?) a S., il quale colse al volo l'occasione per invitarmi a cena. E farmi sparire una volta per tutte il sorriso dalla faccia. La serata fu un disastro. Non che fosse colpa sua, semplice mancanza di feeling, alla quale risposi come probabilmente avrebbe fatto una persona normale a cui non viene posta alcuna domanda precisa: non facendomi più sentire.
Nel frattempo, senza pormi il dubbio di commettere qualche errore, iniziai ad uscire con Sir Biss. Sebbene col tempo si sarebbe rivelata la più grande cazzata che potessi fare, al momento non mi sembrava un'idea malvagia. Con S. capitolo chiuso. E già che abita lontano, non credo di dovergli fornire giustificazioni se per caso esco con qualcuno che vive qui a Milano, se ne farà una ragione. Pensavo.
Ma S. non si tira indietro. Come è solito fare, senza che io lo cerchi in alcun modo, è lui a chiedermi come mai io sia sparita. E' giunto il momento di mettere le cose in chiaro, con gentileza e omettendo particolari inutili (per intenderci, senza tirare fuori la faccenda Biss, col quale non avevo alcun impegno e che non reputavo causa del mio allontanamento), spiegando con calma che tra noi è proprio il caso di interrompere le cose.
Ma se non la capisce a fatti, come posso sperare che lo capisca a parole? Il fanciullo, sempre senza bisogno di una mossa da parte mia, dimostra apertamente di non aver assimilato nulla del mio discorso e, trovandoci faccia a faccia ad una festa di laurea, tenta di ridurre la distanza fra la mia e la sua lingua. Con scarsi risultati. Lo abbadono preferendo la compagnia di un altro ragazzo, presentatomi come "l'autista del pullmino", col quale non disdegno affatto l'ipotesi di ridurre le distanze. E che presto viene fuori essere un amico di S. O meglio, amici no, ma erano in macchina insieme.
Mentre la festa termina tra il naviglio e il marciapiede di fronte, apprendo la triste dipartita di tutta la stima che S. provava per me.
Con la certezza di non essermi certo comportata da signora e con uno strano groppo in gola a cui non riesco a dare spiegazione, torno a casa.
Non tiriamo conclusioni affrettate, era solo fine maggio.

5 commenti:

  1. che storia!
    mi è venuto male agli occhi per leggerla tutta, adesso però voglio sapere cosa è successo da maggio!

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  2. cavolo che storia! ora voglio sapere il seguito :P

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  3. E dopo? A volte un inizio difficile non porta a buoni risultati, almeno per quanto riguarda la mia esperienza.

    Un abbraccio e buona serata!

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  4. Il dopo arriva non temete... sopporterete un altro post prolisso come questo? scusateeee :))

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