Ogni volta che inizio un libro di Jonathan Coe provo sempre una certa ansia da prestazione, se così vogliamo chiamarla. L'ultimo mi è piaciuto così tanto che quello nuovo non sarà mai all'altezza del precedente, penso. Finendo sempre per smentirmi.
La casa del sonno è complessa da riassumere in poche righe, provando, potrei dire che racconta le vicende di un gruppo di studenti abitanti ad Ashdown, intrecciando il passato col presente. Oggi quella dimora è diventata una clinica dove vengono curati disturbi del sonno e dove le vite degli studenti s'intrecciano in contesti diversi.
Ma parlarne in questi termini è più che riduttivo. Non avevo mai letto un libro che mi soddisfacesse al 100%, mai prima di aver terminato questo. Al suo interno è presente tutto e come al solito, Coe risolve ogni nodo in maniera intelligente e poco prevedibile. Se fosse uscito quest'anno e l'avessi letto tra sei mesi, avrei gridato al plagio, ma forse la colpa è di Almodovar. Poi, dire plagio è esagerato, magari il regista ha solo preso ispirazione, però (e qui spoilererò ma con delicatezza), il finale si avvicina molto a quello del suo ultimo film: stesse parole, situazione molto simile. E le analogie non finiscono qui ma, come dimostrò Propp, le fiabe derivano tutte da un archetipo comune (e così il mito), quindi in fondo mi piace pensare che non di plagio o di spunto si tratti, bensì di semplice bisogno d'esprimersi e raccontare.
Bene. E dopo tanti giorni trascorsi a centellinare le pagine perchè "maledizione questo libro è una meraviglia, voglio leggerlo tutto ma me lo tengo buono ancora un po'" e *di solito sui mezzi* "Perchè mi stai salutando?? Non vedi che sto leggendo??? Non mi interrompere con le tue stupide chiacchiere, ho solo 20 minuti al giorno per leggere e sono arrivata a un punto cruciale" ... ora che il libro è finito, io cosa leggo?
ce l'ho da anni e non l'ho ancora letto!
RispondiEliminammm adesso lo vorrei leggere ma mannaggia non potrò finp a giugno, sigh!
RispondiEliminaAnch'io inizio i libri con un po' di ansia...
RispondiEliminaUn abbraccio
mi hai incuriosita...
RispondiEliminaIl terribile momento in cui finisci un libro e non sai più bene che fare della tua esistenza...:)
RispondiEliminaIo di Jonathan Coe ho letto La banda dei brocchi e Circolo chiuso e sono tra i miei libri preferiti in assoluto :-) Ora ho nel cassetto The Terrible Privacy of Maxwell Sim. Ciao!
RispondiEliminaQueen B, leggilo, anch'io ero scettica, troppi pareri positivi, invece non mi ha delusa per nulla, tutt'altro!
RispondiEliminaAle: non riesci a recuperarlo su amazon tipo?
Kylie: a me succede SEMPRE!
l'antipatica: si era esattamente il mio intento :D
Neurotic Blonde: disagio :D
Marco: li ho letti esattamente in quest'ordine. The terrible privacy è STU PEN DO anche se Coe è troppo sadico con i suoi personaggi. però poi si fa perdonare
ho fatto la tesi su questo libro, e su tutto Coe, traducendo anche un racconto :D lo adoro, per quanto l'ultimo lavoro mi abbia davvero delusa moltissimo!
RispondiEliminaciao,
A*